Le ossa di san Giovanni Battista trovate in Bulgaria?
— 17 Marzo 2015 — pubblicato da Redazione. —Scoperte sotto l’altare di una chiesa, le ossa appartenevano a un uomo del I secolo d.C. Ma è impossibile provare che fosse davvero il cugino di Gesù
Era cugino di Gesù, ne annunciò la venuta e lo battezzò sul Giordano; morì “decollato” per ordine del re Erode Antipa, istigato dalla sensuale danza dei sette veli di Salomè: san Giovanni Battista è uno dei protagonisti dei Vangeli e uno dei santi più venerati al mondo. Nel Medioevo le comunità cristiane di tutta Europa si disputavano il possesso delle sue reliquie.
Oggi è la Bulgaria ad annunciare il ritrovamento di resti umani attribuibili al santo. Si tratta di un mucchietto di ossa scoperto nel 2010 durante una campagna di scavi in una chiesa bulgara: un osso di una nocca della mano destra, un dente, parte di un cranio, una costola e un’ulna (un osso dell’avambraccio).
Dai test del DNA e dalla datazione al radiocarbonio effettuati sul collagene dell’osso della nocca i resti risultano appartenuti a un essere umano di sesso maschile, vissuto in Medio Oriente nel I secolo d.C. I dati sarebbero quindi compatibili con l’ipotesi che si trattasse del Battista. Qualcuno si spinge persino ad azzardare che, data la parentela tra Giovanni e Gesù, le reliquie potrebbero contenere tracce del DNA di Cristo in persona.
Ma naturalmente gli scienziati più seri sottolineano che provare l’identità dell’uomo di cui sono state trovate le ossa è impossibile. “Non abbiamo punti di riferimento”, dice Thomas Higham, archeologo dell’Università di Oxford e membro del team che ha analizzato i resti. “Non abbiamo nessun osso che senza ombra di dubbio sia appartenuto al Battista. Pensare che resti di un uomo del I secolo siano arrivati fino a questa chiesa bulgara e restati lì in attesa di archeologi che potessero analizzarli. Ma nella storia sono accadute cose ancora più strane”.
Le reliquie erranti
Gli storici non sono in grado di dire che sorte abbia avuto il corpo di Giovanni Battista dopo la morte. Quel che si sa è che fin dal III e IV secolo d. C. diverse chiese cominciarono a esporre sue presunte reliquie per attirare i pellegrini, una pratica molto comune a quel tempo. Wikipedia ne elenca alcune: il cranio di san Giovanni sarebbe conservato a Roma (ma un altro cranio si trova a Istanbul); la mandibola a Viterbo; un braccio a Siena; un dito a Firenze; un ampolla di sangue a Napoli; parte delle ceneri e frammenti di altre ossa un po’ dappertutto, da Damasco alla Sicilia.
Gli archeologi hanno trovato le nuove reliquie scavando in una chiesa a Sveti Ivan (“San Giovanni”, appunto), un’isola del Mar Nero al largo della Bulgaria. Erano racchiuse in un piccolo sarcofago di marmo sepolto sotto l’altare maggiore. “Crediamo che la chiesa sia stata costruita nel V secolo: pensavamo quindi che anche le reliquie risalissero a quell’epoca, o al massimo al secolo precedente”, spiega Higham. “Siamo dunque rimasti sorpresi quando abbiamo scoperto che le ossa erano molto più antiche”.
Il lavoro del team di archeologi è stato in parte finanziato dall’Expedition Council della National Geographic Society, e sarà illustrato in un nuovo documentario di National Geographic.
La costola rubata
Prese in consegna dalla Chiesa ortodossa bulgara, le ossa sono attualmente esposte alla venerazione dei fedeli nella cattedrale di Sofia, la capitale del paese. Ma il clamore mediatico ha attirato l’attenzione di ignoti ladri, che hanno portato via la costola. Il vescovo, racconta Higham, ha emanato un editto per annunciare che “l’inferno e la dannazione colpiranno non solo la persona che ha rubato la costola ma anche la sua famiglia e il villaggio dove la reliquia è stata portata”.
Nello stesso sarcofago, stranamente, sono state ritrovati anche tre ossa di animali (una pecora, una mucca e un cavallo), risultati più vecchi di 400 anni rispetto ai resti umani.
“Le ossa di animali sono le più grandi del gruppo: potrebbero essere state messi lì per ‘rimpolpare’ quella che sembrava una collezione di reliquie piuttosto misera”, ipotizza Higham.
Vicino al sarcofago, gli archeologi hanno trovato anche una piccola cassetta fatta di cenere vulcanica solidificata, con un’iscrizione in greco antico che riporta il nome di Giovanni Battista, la data della sua festa (il 24 giugno) e un’invocazione: “Signore, aiuta il Tuo servo Tommaso”. Secondo le analisi, la cassetta potrebbe venire dalla Cappadocia, una regione dell’attuale Turchia. Tommaso potrebbe essere la persona che la portò sull’isola.
“Pensiamo che le reliquie siano giunte sull’isola dentro la cassetta”, dice Higham. “Quando fu costruita la chiesa, furono poi trasferite nel sarcofago di marmo”.
La prova impossibile
Anche Andrew Millard, un archeologo dell’Università di Durham che non ha partecipato alla ricerca, ribadisce che le prove scientifiche possono solo provare che le ossa appartennero a un uomo vissuto all’epoca e nei luoghi di san Giovanni Battista. Ma niente assicura che chi le portò in Bulgaria le abbia tratte davvero dalla tomba del santo. “Magari le presero da una tomba qualsiasi”, sostiene.
Fonte: Nationalgeographic.it