CINQUE TERRE – Dalla Caritas speranza per chi è venuto da lontano: il progetto “Sciasci dii pozi tià sü a secu”
— 27 Marzo 2015 — pubblicato da redazione —Cinque Terre – Val di Vara – Dare nuova speranza a chi è venuto da lontano, a chi non è più riuscito a mettersi in sella dopo aver perso il posto di lavoro e approdare all’Expò 2015 di Milano. E’ lo scopo del progetto “Sciasci dii pozi tià sü a secu” presentato questo pomeriggio nel salone della Provincia della Spezia e che ha lo scopo di formare dodici allievi in trecento ore di aula e cento ore di stage in aziende agricole del territorio situate nell’area Parco delle Cinque Terre.
Il progetto, organizzato dall’ente per la formazione Aesseffe, è dedicato all’ inclusione sociale prevede la riqualificazione sia promozionale e turistica, sia agricola del territorio del Levante Ligure situato nell’Area Parco delle Cinque Terre e contempla l’attivazione di un percorso di integrazione sociale e trasferimento competenze specifiche attraverso un’attività pratica finalizzata ad acquisire conoscenze sulla cura dei terreni, sulle biodiversità, sulla creazione e manutenzione dei muretti a secco e delle varie colture.
Il progetto “Sassi dei muretti edificati a secco” è stato condiviso con alcune realtà operanti nel settore specifico nel territorio. Gli attori sono: Parco Nazionale delle Cinque Terre, Comune della Spezia – Assessorato Politiche sociali, Politiche della salute e della promozione sociale della Spezia, Caritas Diocesana La Spezia- Sarzana- Brugnato, Prefettura della Spezia, Confederazione Italiana Agricoltori, Fondazione Manarola, Cooperativa Mondo Nuovo Caritas, Cooperativa La Piccola Matita. Ad illustrare il ruolo del progetto, che verrà presentato all’Expò 2015, è il presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre Vittorio Alessandro: “Dobbiamo dare una nuova occasione alle persone che sono coinvolte. Noi presenteremo questo a Milano questo progetto di inclusione sociale e difesa del territorio non come tante belle parole ma come qualcosa di concreto.”
In particolare, le aree dove il progetto entrerà nella fase pratica sono a Manarola, nella collina a ridosso del presepe di Andreoli. La doppia valenza della ricostruzione dei muretti a secco servirà non solo per l’inclusione sociale ma anche per la tutela di un territorio fragile come quello delle Cinque Terre. Fabrizio Cappellini presidente della fondazione Manarola ha spiegato: “Il lavoro prosegue e in questi primi mesi sono state avviate numerose azioni sul territorio con le squadre di volontari e nelle porzioni di territorio donate alla fondazione, inoltre chi parteciperà al corso potrà intervenire attivamente. Siamo fieri e orgogliosi di questo progetto al quale stiamo contribuendo”.
Le persone coinvolte nel progetto sono state selezionate anche dai canali della Caritas, rappresentata quest’oggi da Don Luca Palei che ha dichiarato: “I ragazzi coinvolti non sono numeri o pacchi e il nostro ruolo è quello di dare nuova luce e speranza in un contesto che non è per niente facile. Si pensi solo al fatto che in tutta la provincia Caritas distribuisce 450 pasti al giorno”. Anche il Comune della Spezia e la Provincia fanno parte degli enti coinvolti. L’assessore al welfare Andrea Stretti ha dichiarato: “ Il comune sostiene questi progetti si uniscono energie buone e forti per dare risposte. Primo passo e’ tutela cinque terre. Oltre ai settori e disagio bisogna sempre costruire nuove realtà. Dobbiamo cambiare e istruire”.
I filoni formativi vedono la partecipazione di docenti esperti qualificati nei vari settori di intervento, il cui scopo è quello di formare professionalmente i partecipanti, 12 persone disoccupate/ inoccupate e con difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro, sugli argomenti oggetto dei corsi. Alessandro Ferrante presidente Confederazione Italiana Agricoltori della Spezia ha detto: “Con questo progetto inizia percorso di recupero e questo si fa in tanti modi. Così facendo si potranno esprimere anche potenzialità inespresse così le persone coinvolte si rimetteranno in gioco. Non tutti lo vogliono lavorare la terra, ma dobbiamo impegnarci per da una nuova possibilità per chi vuole farlo”. Scopo ultimo del progetto è quello di gettare le basi per costituire una cooperativa agricola sociale, che possa essere da esempio su come avviare sul territorio un sistema di inclusione sociale attraverso la cura del nostro patrimonio naturalistico, il ripristino di antiche tecniche edificatorie e agricole a vantaggio della tutela dell’ambiente e del territorio e la promozione dei prodotti tipici, anche, e soprattutto, in chiave turistica.
Fonte: Città della Spezia
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