Il prestito della speranza: la chiesa a supporto della crisi ma chiede che i politici facciano quanto possibile
— 30 Marzo 2015 — pubblicato da Redazione. —LA SPEZIA – Nel 2014 la crisi che vede vittime le famiglie residenti sul territorio spezzino ha colpito ancora in modo feroce. La mancanza di serie prospettive occupazionali incide fortemente sulla qualità della vita quotidiana di una ormai vasta area di popolazione, con la conseguente diffusione di patologie depressive, di ansia, di scarsa capacità nel gestire la vita di tutti i giorni. La famiglia riflette le debolezze dei propri componenti, spesso si assiste a difficoltà nel riannodare legami che le vicende personali e familiari hanno reso più fragili e non è raro assistere al tentativo di evitare di chiedere aiuto ai propri congiunti, preferendo rivolgersi ai servizi, siano essi pubblici, ecclesiali o altri. Si vive di chiusure e di difese, si assiste impotenti all’emergere delle difficoltà e soprattutto, chi non ha mai avuto la necessità di chiedere aiuto, potendo contare sulla propria autonomia economica e sociale, si ritrova spaesato, incapace di muoversi nella rete dei servizi e delle risposte ricevibili.
Accanto a queste situazioni, emergono poi casi di sperpero e di cattiva gestione di beni e delle proprie entrate, tipici di chi, in momenti per lui positivi, non comprende la necessità di guardare oltre, di pensare al domani. Inoltre, si estende in modo rilevante la piaga sociale del gioco d’azzardo, in tutte le sue forme ormai alla portata di chiunque. La ricchezza è sempre più spesso privilegio di un ristretto nucleo di persone, un’élite, che a poco a poco si chiude in una sorta di mondo parallelo rispetto a quello della maggioranza delle persone, costrette a vivere di briciole, di altrui scarti, di speranze vane, di notti insonni e di sogni abortiti.
Da tutto questo si comprende che il bene davvero messo in discussione non è la ricchezza materiale, bensì la salute psicofisica, l’equilibrio personale, l’incapacità di gestire i cambiamenti. «L’emergenza lavoro e la nuova occupazione rappresentano gli obiettivi veri del “Prestito della Speranza” che, con Intesa Sanpaolo per il biennio 2015–2016, auspichiamo di poter ottenere, erogando più credito e a tassi molto contenuti a famiglie e persone in temporanea difficoltà. “Fare Impresa” sarà la proposta rivolta a enti o aziende all’inizio del loro progetto o in fase di ristrutturazione, in grado quindi di attivare investimenti privati e nuovi posti di lavoro”.
Nel quadro prima delineato, appaiono molto significative queste parole del cardinale Angelo Bagnasco nell’intervento con cui ha annunciato che, dopo quattro anni di esperienza, la Conferenza episcopale italiana, in esclusiva con Intesa Sanpaolo, ha deciso di riproporre su larga scala il “Prestito della speranza”, che con ventisei milioni di credito erogati a 4.500 famiglie, rappresenta la più importante esperienza italiana di microcredito con risorse private, a sostegno delle famiglie più deboli. L’obiettivo principale per il nuovo biennio è quello di erogare più credito a chi è in temporanea difficoltà, di favorire il finanziamento di microimprese e di generare quindi nuovi posti di lavoro. Il “Prestito” si articolerà in due distinte forme di credito: “credito sociale”, destinato alle famiglie disagiate, con un prestito di importo massimo di 7.500 euro erogato in sei rate bimensili di 1.250 euro ciascuna; “credito fare impresa”, destinato alle microimprese a bassa capitalizzazione o di nuova costituzione, con prestito erogato in unica soluzione ad importo massimo di 25 mila euro.
Particolare attenzione verrà rivolta ai giovani con meno di quarant’anni. I tassi applicati sono fissi e pari al 2,50 per cento per i prestiti erogati alle famiglie, con una rata mensile media indicativa di 138 euro, e al 4,60 per cento per le microimprese, con una rata/mese stimata in 468 euro. La durata del prestito è di complessivi sei anni, di cui cinque di ammortamento, che decorre dopo dodici mesi dall’erogazione.
A fronte di tutto ciò, la Caritas diocesana ha ora in programma di diffondere in modo capillare questa opportunità con incontri presso i vicariati e le parrocchie, e conferma l’immediata operatività del proprio ufficio microprestiti.
Ad esso (tel. 0187.730.150) ci si può rivolgere già ora, alla Spezia, per ogni richiesta di informazione o di chiarimento.
Fonte: CittadellaSpezia