Marcello Candia venerabile: chi ha ricevuto molto deve dare molto
— 11 Luglio 2014 — pubblicato da Redazione. —In Brasile seguì il consiglio che gli aveva dato l’allora cardinale arcivescovo Giovanni Battista Montini: «Faccia tutto in modo di non essere più indispensabile». Così cedette ai Camilliani il grande ospedale che aveva fatto costruire, perché non si pensasse che quella era la sua nuova impresa. Di sé diceva: «Mi basta il Battesimo per essere missionario». Un battesimo che lo portava a prediligere le periferie più estreme.
Da alcune interviste:
«Obiettano che le scelte per il progresso devono essere solo e sempre politiche, non singole – raccontava Candia in quel libro, alludendo al clima di quegli anni –. E allora io rispondo: “Giusto. Anzi, dicendo così dimostrate un’intelligenza che io non ho. Io ho un solo, eventuale talento: so appena chinarmi su quello che riconosco per fratello. Permettetemi di farlo, intanto che maturano le vostre azioni politiche. Mio fratello ha bisogno oggi, non può aspettare. Insieme a quell’uomo aspetterò voi”».
«Il Signore mi ha fatto capire a fondo il Vangelo quando l’ho letto qui in Amazzonia. In Italia l’avevo già letto tante volte, ma solo qui ho capito a fondo quella frase del Signore: “Quello che fate ad uno di questi piccoli lo fate a me”. Quindi se tu mi chiedi: è più quello che diamo o quello che riceviamo? Io rispondo: molto più quello che riceviamo, perché qui io ho capito il Vangelo come non lo avevo capito mai».
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