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Il sacramento della confessione ti rende libero: 7 motivi per tornare a farlo spesso

di Tom Hoopes

All’Istituto Gregoriano presso il Benedictine College crediamo sia il momento che i cattolici promuovano con creatività e vigore la confessione.

“Il rinnovamento della Chiesa in America e nel mondo dipende dal rinnovamento della prassi della penitenza”, ha detto papa Benedetto al Nationals Stadium a Washington.

Papa Giovanni Paolo II ha trascorso i suoi ultimi anni sulla terra pregando i cattolici di tornare alla confessione, includendo questa supplica in un urgente motu proprio sulla confessione e in un’enciclica sull’Eucaristia.

Il pontefice ha definito la crisi nella Chiesa la crisi della confessione, e ha scritto ai sacerdoti:

“Sento il desiderio di invitarvi caldamente, come ho già fatto lo scorso anno, a riscoprire personalmente e a far riscoprire la bellezza del sacramento della Riconciliazione”.

Perché tutta questa ansia nei confronti della confessione? Perché quando saltiamo la confessione perdiamo il senso del peccato. La perdita del senso del peccato è alla base di tanti mali nella nostra epoca, dagli abusi di bambini alla disonestà finanziaria, dall’aborto all’ateismo.

Come promuovere allora la confessione? Ecco qualche spunto di riflessione. Sette ragioni per tornare alla confessione, a livello sia naturale che soprannaturale.

1. Il peccato è un peso
Un terapista ha raccontato la storia di una paziente che aveva attraversato un terribile ciclo di depressione e disprezzo di sé fin dalle scuole superiori. Nulla sembrava essere d’aiuto. Un giorno, il terapista ha incontrato la paziente davanti a una chiesa cattolica. Si sono riparati lì dentro mentre iniziava a piovere e hanno visto le persone che andavano a confessarsi.

“Dovrei andare anch’io?”, ha chiesto la paziente, che aveva ricevuto il sacramento da bambina. “No!”, ha detto il terapista. La paziente è andata comunque, ed è uscita dal confessionale con il primo sorriso che faceva da anni, e nelle settimane successive ha iniziato a migliorare. Il terapista ha studiato di più la confessione, alla fine è diventato cattolico e ora consiglia la confessione regolare a tutti i suoi pazienti cattolici.

Il peccato porta alla depressione perché non è solo una violazione arbitraria delle regole: è una violazione dell’obiettivo inscritto nel nostro essere da Dio. La confessione solleva la colpa e l’ansia provocate dal peccato e ti guarisce.
Continua a Leggere: Sette grandi ragioni per confessarsi domani (e spesso)

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