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Valdesi italiani, chi sono e perché il Papa ha chiesto scusa

Chiamati i “poveri di Lione” dalla città del fondatore, il mercante Valdo, furono scomunicati inizialmente nel 1184 da papa Lucio III e perseguitati molto duramente quando secoli dopo aderirono ai principi della riforma protestante. Ottennero diritti politici per volontà del re Carlo Alberto nel 1848. In Italia sono circa 24mila e vivono per lo più in Piemonte.

Sono 24 mila i valdesi in Italia. A Roma il Tempio valdese si trova a pochi passi dal Vaticano, in piazza Cavour. Ecco una sintesi della loro storia:

I valdesi derivano il proprio nome da Valdo (o Valdesio), un mercante di Lione morto attorno al 1215, fondatore di un movimento pauperistico laico detto dei “poveri di Lione”, che si diffuse poi come movimento di protesta ecclesiale in Italia e in Europa. Nel 1532 i valdesi sopravvissuti alle persecuzioni nelle valli del pinerolese aderirono alla Riforma protestante nella sua forma calvinista. Perseguitati e isolati per tre secoli nel ghetto alpino delle loro valli, ottennero i diritti civili nel 1848 e iniziarono a diffondersi in tutto il Paese.

Dove vivono in Italia?

La regione alpina del Piemonte che comprende Val Chisone, Val Germanasca e Val Pellice è anche nota con il nome di “Valli valdesi”, perché vi si concentra circa la metà dei valdesi italiani, la più antica popolazione protestante presente in Italia. I valdesi, presenti nel Paese fin dal Medioevo, hanno sofferto secoli di repressione e persecuzione dai poteri civili e religiosi. Dal XVI al XIX secolo la loro predicazione era consentita solo in una zona ben delimitata delle Valli valdesi, che costituì così un vero e proprio ghetto al di fuori del quale ogni manifestazione religiosa non cattolica era severamente proibita.

Quali sono i punti principali della dottrina e come sono organizzati?

I valdesi pongono al centro della vita religiosa ed ecclesiastica la Bibbia, letta e interpretata come “Parola di Dio” senza tuttavia rifiutare l’apporto della critica biblica e le ricerche storiche e teologiche. La chiesa valdese rifiuta ogni forma di gerarchia personale ed è retta da un sistema di governo rappresentativo-sinodale. L’organo esecutivo, detto Tavola Valdese, è attualmente presieduto dal moderatore Eugenio Bernardini. Le comunità sono un centinaio. Circa 15.000 valdesi sono presenti nell’area del Rio de la Plata (Uruguay e Argentina) in seguito ai flussi migratori partiti dall’Italia. Nel 1975 un Patto di Integrazione ha sancito l’unione in un unico sinodo delle chiese valdesi con quelle metodiste.

Quali istituzioni gestiscono in Italia?

Le amministrazioni ecclesiastiche gestiscono una serie di istituzioni culturali, educative e assistenziali, tra le quali la Facoltà valdese di teologia a Roma per la formazione dei pastori e delle pastore, la casa editrice Claudiana a Torino, il settimanale “Riforma”. Dal 1984 i rapporti tra le chiese valdesi e metodiste e lo Stato italiano sono regolati da una Intesa (legge 449/1984), sulla base dell’art. 8 della Costituzione.

Quando furono scomunicati dalla Chiesa cattolica

Nel 1184 a Verona, con la bolla Ad abolendam, papa Lucio III scomunicò una serie di movimenti ritenuti ereticali anche molto diversi tra loro, tra cui i poveri di Lione, i valdesi. La motivazione per tale scomunica rimase la “presunzione” dei valdesi a voler predicare in pubblico. Nonostante la condanna papale, comunque, il movimento valdese continuò la sua espansione verso il Mezzogiorno di Francia e l’Italia (Piemonte, Lombardia, Puglia e Calabria), giungendo anche in alcune regioni della Germania, in Svizzera, e persino in Austria, Spagna, Ungheria, Polonia e Boemia.

Quando vennero perseguitati?

Nel 1532 i valdesi aderirono alla «Riforma protestante» nata da personalità come Lutero e soprattutto Calvino. In seguito a sanguinose persecuzioni, dal XVI secolo i valdesi sopravvissero nelle valli del Piemonte finché, ottenuti i diritti civili il 17 febbraio 1848 per volontà di re Carlo Alberto – che lo stesso anno concesse i diritti civili e politici anche agli ebrei – si diffusero in tutta Italia. Ancora oggi festeggiano la data del 17 febbraio. Ancora oggi celebrano la ricorrenza della cosiddetta “Strage di Calabria”, durante la quale fra maggio e giugno del 1561 migliaia di valdesi emigrati in Calabria nei decenni precedenti vennero uccisi brutalmente dai soldati spagnoli, con l’assenso dello Stato della Chiesa.

Chi sono i valdesi famosi?

Il mondo valdese ha espresso nel corso del tempo grandi personalità, quali, per fare solo pochi esempi, il pastore Tullio Vinay, il regista Luigi Comencini, lo storico Giorgio Spini.

Approfondimenti: Le parole del Santo Padre al Tempio valdese | Vatican.va

 

 

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