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Don Mazzi: Spiacenti, Martina Levato deve avere suo figlio

La donna condannata a 14 anni per avere sfregiato con l’acido un ex fidanzato ha partorito il piccolo Achille. Ma il giudice (per ora) le ha sottratto il figlio. Il fondatore di Exodus spiega perché questa decisione non è, a suo avviso, quella giusta. E voi cosa ne pensate?

Avevamo dichiarato la nostra disponibilità a ricevere Martina (la mamma che aveva sfregiato con l’acido un ex fidanzato) in alternativa al carcere per l’ultimo periodo di maternità, in una delle nostre case di Exodus, a Bondeno. Ma il magistrato ha negato. E sabato 15 agosto è nato il bambino di Martina. Ora c’è una creaturina sola in culla, alla quale è evitato qualsiasi contatto con i genitori, in attesa di adozione immediata. Sul lettino nemmeno la targhetta con il nome.

Credo che il giudice abbia preferito lavarsi le mani e applicare le normali procedure. La ragione e l’opinione pubblica, di sicuro, sta tutta dalla sua parte. La madre ha fatto cose terribili e, umanamente parlando, nessuno si fiderebbe di lasciare in mano a mamma Martina un neonato. Io sarò il solito fuori di testa, ma insisto ancora una volta nel chiedere che Martina tenga il frutto dei suoi nove mesi, pronto ad accettarla sempre in una delle mie comunità per mamme e bambini. Non credo nella cattiveria, non credo nell’impossibilità di una nuova vita per ambedue i genitori.

Per psicologi, magistrati, assistenti sociali, gli aspetti negativi prevalgono sempre sui positivi, anche perché più facili da rilevare. Ma io ho visto miracoli e cambiamenti straordinari soprattutto in questi casi. Dimentichiamo e sottovalutiamo troppo spesso l’importanza delle emozioni, della potenza positiva che scatena l’innocenza, soprattutto in coloro che hanno sbagliato. Il procuratore ha dichiarato che in Martina c’è una irreversibile incapacità di svolgere funzioni genitoriali. Io dico il contrario. L’unico modo perché Martina possa scontare i suoi sbagli sarà la cura, la pazienza, l’amore, la tenerezza e la sofferenza che questa creatura, ancora “indegna” di un nome, scatenerà dentro al cuore di colei che tanti credono abbia perso il cuore, ma anche la testa, la dignità, la femminilità. La giustizia penale non ha mai sostituito o aggiustato un amore.

Fonte: Famiglia Cristiana.it

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