Giovanni Paolo I, il papa del sorriso
— 26 Agosto 2015 — pubblicato da Redazione. —
Il Papa, aveva detto, deve offrire “un supplemento d’anima al mondo”, deve far ascoltare “il sussurro di Dio”. La storia di Albino Luciani fu molto complessa, intensa, perfino drammatica. La sua stessa vita apparve a molti come fatalmente ‘predestinata’ all’evento finale: i lutti e le infermità in famiglia, le malattie, i ripetuti ricoveri in sanatorio e poi quella visita a Fatima, il colloquio, dicono, sconvolgente con suor Lucia… Il filmato descrive ancora la tenacia e la determinazione di questo prete montanaro a voler cacciare i ‘mercanti’ dal tempio, quando da vescovo a Vittorio Veneto vendette i beni della diocesi per risarcire cittadini truffati da due religiosi, quando da Patriarca a Venezia si oppose con tutte le forze alla vendita della Banca Cattolica Veneta al Banco Ambrosiano di Roberto Calvi, quando da Vicario di Cristo a Roma sembrava deciso a mettere ordine nelle finanze vaticane. Il film-documento racconta del timore e tremore che lo assalì quando la Storia, come a forza, lo spinse al centro della ribalta, sul proscenio del mondo. E ricostruisce quella notte d’inizio autunno, quando, solo, all’improvviso, nel silenzio dello sterminato Palazzo, se ne andò lasciando sgomento il mondo intero. E qualcuno addirittura azzardò dubbi e illazioni su quella morte cui nessuno storico serio, però, ha mai dato alcun credito.
Di particolare rilevanza il repertorio ritrovato. Sono stati reperiti filmini amatoriali su Luciani alla fine degli anni ’50 e negli anni 60. In più, sono state ritrovate, tra le altre, immagini inedite di Benedetto XV, della beatificazione di Teresina del Bambin Gesù, di Luciani in Brasile, di Luciani e dei cardinali prima e dopo il conclave… Altrettanto inedite molte delle testimonianze di chi, superata una prima diffidenza, ha accettato di raccontare molti e sconosciuti episodi della vita di Albino Luciani; ricordiamo, tra gli altri, il fratello Berto, le nipoti Pia e Lina, padre Busa suo compagno di seminario, i preti-operai di Marghera, il segretario don Diego Lorenzi e il vescovo John Magge.