Bambini, in silenzio! Oggi si fa filosofia – A lezione di P4C
— 16 Settembre 2015 — pubblicato da Redazione. —Antonio Costentino, professore di filosofia e storia in pensione, si dedica a questa materia dagli anni Novanta. “I bambini delle elementari imparano a ragionare da soli su problemi chiave della vita ma anche ad autogestirsi come soltanto gli adulti, di solito, sanno fare”.
Chiedere e rispondere per diventare comunità
“Quand’è che fai fatica?”, “Che cos’è la felicità?”, “Vorresti essere brutto e buono o bello e cattivo?”. L’insegnante di P4C comincia la lezione facendo ai bambini queste domande e li guida poi, attraverso un ragionamento collettivo, ad evitare quelle che non portano da nessuna parte e a rispondere ad altre dove c’è una soluzione. I bambini si aiutano a vicenda, passando di risposta in risposta, e imparando ad ascoltare ed essere ascoltati, in uno sforzo collettivo di dialogo, che genera comunità.
Bambini disabili e malati di autismo migliorano
“I bambini disabili, soprattutto chi soffre di autismo, migliorano la loro prestazione scolastica”, spiega ancora il professor Cosentino, “Nelle classi di “P4C” diminuisce il bullismo e nessuno scolaro viene isolato”. A promuovere la “P4C”, in Italia, è il “Centro di Ricerca sull’Indagine Filosofica”, “Crif”, che ha appena concluso, a Fiuggi, un corso di formazione di una settimana per insegnanti. “Sul sito www.filosofare.org maestre e professori possono trovare tutte le informazioni utili anche se, purtroppo, questo metodo straordinario non fa parte del programma scolastico della Buona Scuola”, continua il professor Cosentino, “è sempre stato lasciato alla buona volontà di insegnanti e presidi che devono autofinanziarsi per frequentare i corsi di preparazione”.
Come nell’antica Grecia ma con le favole
Chiara Giordano, laureata in filosofia, insegnante di sostegno nelle scuole superiori e autrice del volume “Prossima fermata Europa”, pubblicato dalle edizioni Onda, insegna la P4C da anni. “Comincio la prima lezione raccontando una favola inventata da me. Per esempio la storia di Aldo, un bimbo mingherlino e piccoletto che, nonostante la mancanza di muscoli, da grande vuol fare proprio l’eroe”.
“Chiedo ai bambini di formulare qualche domanda che il testo ha loro ispirato”. Ci vuole un po’ di tempo prima che gli scolari arrivino a quella giusta, in grado di guidarli nella loro indagine, ovvero “Ma Aldo, da grande, è diventato davvero un eroe?”.
Ma Aldo è diventato davvero un eroe?
La storia raccontata, infatti, si concludeva con un Aldo adulto che, diventato medico, scopriva la cura per la malattia del secolo. I bambini, con l’aiuto di Chiara Giordano, si chiedono “Un medico può essere un eroe?” e, di conseguenza, “Chi è un eroe?”. Proprio per orientaci nella risposta a quest’ultimo interrogativo ho chiesto agli scolari di disegnare un loro eroe e specificarmi le sue abilità. Lasciata libera la fantasia sono nati Reptil-man e Particel-man, Fortuna-miaoo e Sonic crash, Poetix, WonderWoman e un Hulk, tutto speciale, che hanno colorato una fantastica “bacheca degli eroi””.