La dottrina del matrimonio e della famiglia non è in discussione. Il principio dell’indissolubiltà non sarà quindi oggetto di dibattito.
Ma la questione della riammissione ai sacramenti delle persone divorziate in nuova unione dovrà ancora essere approfondita, anche se non è l’unico tema nell’agenda dei padri sinodali. Anzi, insistere su questo aspetto come se fosse quello centrale, significa ignorare la complessità delle questioni sull’agenda del Sinodo.
È quanto spiegato dal Papa, secondo quanto riferito da padre Federico Lombardi, portavoce vaticano, durante la conferenza stampa che poco fa ha fatto il punto dei lavori. In mattinata si è tenuta la terza congregazione generale. Francesco è intervenuto nuovamente nel dibattito per ribadire ciò che del resto è stato esplicitato senza equivoci già nella Relatio Synodi – la relazione finale – del Sinodo straordinario dello scorso anno.
La questione dei divorziati risposati, così come tutte le altre questioni, è stata e sarà affrontata dal punto di vista pastorale, non dottrinale. Cosa significa? La Chiesa intende mettere a punto modalità più agili, più semplici e più accoglienti per integrare le persone nella comunità cristiana. I divorziati risposati, come tutti coloro che vivono in famiglie irregolari, rimangono a pieno titolo nella Chiesa e quindi hanno il diritto di essere accompagnati e aiutati nella maniera più opportuna.
Come mettere a punto questa modalità, sarà oggetto del dibattito di questi giorni. L’ha ribadito, durante il briefing, anche l’arcivescovo di Gatineau, Paul-André Durocher, presidente della conferenza episcopale canadese, che ha ripreso alcuni temi già affrontati ieri dal cardinale Erdo nel corso della relazione introduttiva. «Un pezzo importante – ha sottolineato Durocher – ma solo un pezzo della visione della Chiesa sul tema dei divorziati risposati. L’insegnamento della Chiesa viene da Gesù ed un dono per il mondo. Fermo restano questo insegnamento – ha fatto notare l’arcivescovo canadese – dobbiamo però entrare in dialogo con il mondo. Alcuni padri sinodali enfatizzano l’aspetto dottrinale, altri il dialogo – ha concluso – vedremo come le due visioni possono procedere in modo collegiale».
Sull’esigenza di dialogo e di apertura ha posto l’accento anche l’arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio consiglio per le comunicazioni sociali: «La Chiesa parla all’uomo e alla donna di oggi, entra in contatto con la realtà familiare e matrimoniale che è ricca e complessa, molto più ricca e complessa della semplice unione tra un uomo e una donna. La vita della famiglia è espressione di gioia, anche se non mancano momenti di difficoltà. Si tratta di un cammino, ed è proprio la famiglia che deve insegnare a camminare».