Siria. Sabato padre
Jacques Mourad, il prete siro-cattolico
rapito cinque mesi fa dall’Isis, è riuscito a fuggire in moto, grazie all’aiuto di un musulmano, dalle grinfie dei jihadisti. In questa intervista concessa a Tg2000, il sacerdote racconta la sua prigionia e dice di essere «vivo per miracolo, un miracolo della Vergine Maria». «Quasi tutti i giorni – dice – c’era qualcuno che entrava nella mia prigione e mi domandava “chi siete?”. Io rispondevo: “Sono nazareno, cioè cristiano”. “Allora sei un infedele”, gridavano. “E visto che sei un infedele se non ti converti ti sgozzeremo con un coltello”. Ma io non ho mai firmato l’atto di abiura del cristianesimo». Padre Mourad, priore del monastero di Mar Elian ad Al Qariatayn, spiega che i giorni seguenti il suo sequestro, prima è stato portato sulle montagne, poi a Raqqa (la cosiddetta “capitale dello Stato islamico), poi a Palmira. Qui sono prigionieri altri 250 cristiani: «Sto lavorando con un prete ortodosso e altri amici beduini e musulmani per far uscire gli altri 200 cristiani ancora prigionieri. Proprio oggi, ad esempio, sono potuti scappare altri 40 cristiani». Padre Mourad aggiunge: «Mentre ero prigioniero aspettavo il giorno della mia morte ma con una grandissima pace interiore. Non avevo alcun problema a morire per il nome di nostro Signore, non sarei stato il primo né l’ultimo, ma uno tra le migliaia di martiri per Cristo».
Fonte:
Tempi.it