La diocesi della Spezia si è stretta ieri sera in festa attorno ai due nuovi sacerdoti, don Samuele Bertonati, ventinovenne, di Volastra, e don Marco Morolla, trentaduenne, del quartiere Umbertino. Nella cattedrale di Cristo Re piena di persone di ogni età, li ha ordinati il vescovo Luigi Ernesto Palletti, che ha celebrato insieme al vescovo emerito Bassano Staffieri e al vescovo di Bubanza, in Burundi, Jean Ntagwarara.
Monsignor Palletti ha iniziato la Messa invitando alla preghiera per le vittime degli attentati parigini. «Oggi è un giorno di festa e di gioia per il dono di due presbiteri – ha detto -, giorno di sofferenza e di lutto per l’attentato, che, come ha detto il papa, ha colpito non solo una nazione, ma l’umanità intera. Questo non ci deve sconfortare. Anzi, dà ancora più senso a quello che stiamo compiendo: il mondo ha bisogno di Cristo! Ha bisogno di servi del Vangelo, di apostoli che annunzino e portino il dono della salvezza».
Nell’omelia, monsignor Palletti ha sottolineato «il grande dono e mandato del presbiterato. Lo Spirito chiama e rende i chiamati capaci di operare in modo nuovo. Esso scende coi suoi doni e con la sua potenza».
«L’unico sacerdote è Cristo, che ci ha dato la salvezza». Ma Egli concede al Suo popolo il sacerdozio battesimale, per tutti, e – con una differenza essenziale – il sacerdozio apostolico, per servi a livello più alto. L’ordine sacro trasforma la vita e la rende conforme interiormente e operativamente a Cristo: «quel vino diventerà sangue, quella remissione dei peccati misericordia divina».
«La Chiesa, nella storia, è una realtà con membra diverse. Voi siete ordinati presbiteri per essere servi privilegiati verso ogni uomo. Il dono dello Spirito Santo, che ricevete, dovete condividerlo con gli altri. Illuminando il popolo di Dio, permetterete che esso diventi luce del mondo e lievito della pasta. Non c’è alcun potere se non quello di annunciare parola. Fuori dal servire, perdiamo il senso di noi stessi. “Il figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire”. Questo non significa accondiscendenza, ma annunziare con fedeltà, portare la verità di Cristo, senza sconti».
«Come i coniugi si santificato nella carità coniugale, così il presbitero nella carità pastorale: amando e facendosi amare dalla comunità: siete chiamati a santificarvi santificando».
«Sarete presbiteri sempre: guai quando nella vita del presbitero ci sono due vite, quella privata e pubblica! Si è presbiteri per sempre e – anche se lo si sottolinea poco – ovunque. Dovrete saper camminare per le vie della storia. Voi non siete giudici, ma portatori della giustizia. Dovrete annunciare la misericordia, senza mai tradire la verità. La teologia, per voi, non sarà più studio obbligato, ma radicamento per la vita: conosci le verità della fede (Incarnazione, Trinità, Eucaristia, popolo di Dio che hai di fronte), pregaci sopra. Serve una Chiesa in uscita, missionaria, capace di dire l’essenziale. Accogliamo questo grande dono che il Signore sta facendo per tutta la nostra Chiesa!».
La Messa è stata lietamente accompagnata dalla corale parrocchiale di Nostra Signora della Salute, in Piazza Brin.
Fonte: CittàdellaSpezia.it