Partecipazione spezzina al congresso nazionale del Comitato “Difendiamo i nostri figli”
— 15 Dicembre 2015 — pubblicato da Redazione. —Molto probabilmente ci vorrà un’altra manifestazione nazionale. È il solo modo per far arrivare alle orecchie del governo la voce del popolo. Tenetevi pronti!”. E’ questo il messaggio che il portavoce Massimo Gandolfini ha dato sabato a Roma al primo congresso nazionale del Comitato “Difendiamo i nostri figli”.
Il comitato ha organizzato la manifestazione che il 20 giugno scorso, a Roma, in Piazza San Giovanni, ha portato un milione di persone a testimoniare per la famiglia e contro la propaganda del gender nelle scuole e il disegno di legge Cirinnà sulle cosiddette “unioni civili”.
Al congresso era presente anche una delegazione spezzina e pontremolese. I delegati hanno raccontato il lavoro svolto sul territorio in oltre due anni di sensibilizzazione delle persone e di partecipazione a manifestazioni pubbliche in difesa della famiglia e della libertà, quali le veglie delle Sentinelle in Piedi.
Negli ultimi giorni, l’appello contro l’utero in affitto lanciato dall’associazione “Se non ora quando” ha reso evidente il dissenso contro tale pratica anche nel mondo femminista, a cui è dato ampio risalto sui media.
Nel frattempo, però, la Corte di Appello di Milano ha reso nota un’ordinanza che riconosce pienamente una “stepchild adoption” avvenuta in Spagna. La “stepchild adoption” – adozione del figlio del partner dello stesso sesso – è il meccanismo giuridico attraverso cui si legittima anche in Italia, dove è vietata, la pratica dell’utero in affitto realizzata all’estero. Questa è la terza ordinanza in tal senso nel nostro Paese, dove il Parlamento, che sta discutendo sul tema, viene evidentemente scavalcato dalla magistratura.
Inoltre, continua la propaganda gender nelle scuole, con libretti e corsi che dietro i nobili obiettivi della lotta al bullismo e alle ingiuste discriminazioni, instillano dubbi sull’identità fondamentale – maschile e femminile – dei bambini. Alcune regioni, tra cui la Liguria, hanno approvato mozioni contrarie a tale propaganda. Ma l’emergenza, in Italia, rimane, e il Comitato “Difendiamo i nostri figli” ha istituito un osservatorio permanente sul gender, che sarà riconosciuto dal ministero dell’istruzione.
Sul testo delle unioni civili – calendarizzato in Senato scavalcando la Commissione Giustizia – il governo non sembra volere arretrare. Il testo equipara di fatto le unioni tra persone dello stesso sesso alla famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna. Ma tale ridefinizione del matrimonio, esclusivamente sulla base del sentimento, introduce un arbitrio di cui la legittimazione dell’utero in affitto e delle adozioni per persone dello stesso sesso non sono che la punta dell’iceberg.
La famiglia – società naturale fondata sul matrimonio, secondo la Costutuzione italiana – è un bene prezioso per tutti, in particolare i più poveri e deboli, come i bambini e gli anziani. Per questo, essa va aiutata e non indebolita o annacquata.
Per questo, anche in Liguria i comitati sono pronti: “Motore acceso per tornare in piazza, ancora più numerosi del 20 giugno!”.
Fonte: Cronaca4