C’erano anche molti genovesi nel mare di folla che ieri pomeriggio ha inondato il Circo Massimo di Roma per il Family Day 2016. Famiglie e gruppi sono partiti da Genova e provincia prima dell’alba, in pullman, treno e auto, e hanno raggiunto verso mezzogiorno il luogo della manifestazione.
“Giù le mani dalla famiglia” recitava uno striscione portato dai liguri. Più volte, dal pubblico è salito il coro “No Cirinnà!”, il disegno di legge sulle cosiddette “unioni civili”, ora in discussione al Senato, che equipara al matrimonio le unioni tra persone dello stesso sesso. “Il ddl Cirinnà va respinto dalla prima all’ultima virgola”, ha detto il portavoce Massimo Gandolfini.
Il riconoscimento pubblico delle convivenze tra persone dello stesso sesso, eufemisticamente chiamate “unioni civili”, non solo apre la strada alle adozioni e all’abominevole pratica dell’utero in affitto, ma pretende anche di definire un modello alternativo di famiglia, basato sul sentimento. Questo crea confusione riguardo all’identità della cellula primaria della società. La famiglia, che la Costituzione riconosce come dato di natura, non definibile dallo Stato, è l’unione tra un uomo e una donna, l’unica potenzialmente e naturalmente in grado di generare di vita. Per questo motivo, la legislazione riconosce ad essa una rilevanza pubblica.
Le famiglie rappresentano il tessuto fondamentale della società italiana, e sono garanzia di solidarietà verso i membri più deboli, come dimostrato specialmente nel periodo di crisi.
Difendere la famiglia, quindi, non significa andare contro a delle persone, ma rimettere al centro la speranza per il futuro di tutti, ed evitare l’individualizzazione e la solitudine, inevitabili conseguenze della rottura dei legami forti.
Sulla mancanza di diritti dei conviventi, gli oratori hanno ricordato che la legge già li garantisce tutti, tranne tre legati alla filiazione, quindi alla complementarietà sessuale della coppia: l’adozione, la reversibilità della pensione e la legittima.
La piazza e gli oratori hanno incoraggiato l’Italia a tornare ad essere il faro dell’Europa Occidentale, rimanendo salda nella difesa e promozione della cellula primaria della società e nel rispetto di ogni persona, a incominciare dai più deboli.
Le famiglie – specie quelle numerose – vanno aiutate anche dalla politica, secondo l’indicazione costituzionale. A tal riguardo, Gandolfini ha invitato tutti ad informarsi, in particolare sull’ideologia del gender, a partecipare alla vita politica – anche a livello locale -, e a sapere quali politici e candidati lavorano in favore della famiglia e quali la osteggiano.
Prima del portavoce del Comitato “Difendiamo i nostri figli”, avevano parlato tra gli altri anche Mario Adinolfi, Gianfranco Amato, Marco Invernizzi, Costanza Miriano, Simone Pillon, volti ben noti anche a Genova e provincia, dove hanno partecipato a vari incontri negli ultimi mesi e dove torneranno presto.