«Tu sei un bene per me» – Ecco il Meeting 2016
— 3 Febbraio 2016 — pubblicato da Redazione. —Sulla linea dell’incontro il Meeting ha sempre camminato, fin dagli inizi. A volte i titoli sono stati molto più complessi, quasi barocchi, risentendo delle sensibilità di certi anni: ‘Il sentimento delle cose, la contemplazione della bellezza’ (2002); ‘Si levò un vento impetuoso da est…’ (1996), eccetera. La presidente della Fondazione ricorda rapidamente l’arco di questi 36 anni, e tutte le ‘diversità’ che sono state invitate, portate, accompagnate a Rimini: dagli (allora) dissidenti russi agli studenti di piazza Tian an Men; dai testimoni delle confessioni cristiane e delle altre fedi (ebrei, islamici, buddhisti…), fino al cardinale Ratzinger, a Madre Teresa e a Giovanni Paolo II: tutte presenze che a Rimini hanno ‘convissuto’ in questo spirito di accoglienza e di incontro, anche al di là delle rispettive identità (tema, quest’ultimo, che era particolarmente sentito in Comunione e Liberazione). E Francesco? Il Papa, evocato fin dal titolo, è stato invitato, dice la Guarnieri. Se verrà, per ora non si sa, non è detto. «Tu sei un bene per me» potrebbe suggerire un approccio magari sentimentale, facilone, un po’ buonista, osserva la presidente. «Così come a volte viene venduta l’immagine di Francesco. Ma proprio il Papa ci ha mostrato una concretezza grande e precisa, ci ha non solo detto, ma testimoniato che i poveri bisogna sentirseli addosso, tenerseli vicino, accoglierli, curarli».
Perché una presentazione del Meeting a Torino? Perché questa città, vista dal resto d’Italia, continua a rimanere un grande laboratorio di attenzione agli ultimi, di carità intelligente, di attenzione all’educazione dei giovani. Con la Guarnieri c’è Dario Odifreddi, ‘anima’ della Compagnia delle Opere torinese e di ‘Piazza dei mestieri’, il centro di formazione che negli ultimi anni ha realizzato una serie di progetti educativi di grande impatto, ben al di là della semplice ‘istruzione professionale’, proponendosi come uno dei luoghi che riescono a realizzare sul territorio ciò che altre istituzioni sembrano oggi fare con più difficoltà, dalla scuola alla famiglia. Nella Piazza ci sono laboratori di cucina, doposcuola, opportunità di lavoro. Ma c’è, soprattutto, l’attenzione a crescere insieme, perché ognuno è ‘bene per l’altro’.