Il trans che gioca nel volley femminile: slealtà e follia della colonizzazione gender
— 9 Marzo 2016 — pubblicato da Redazione. —Questo mese nel campionato di pallavolo della serie A2 femminile ha debuttato un uomo, maschio che ritiene di essere nato in un “corpo sbagliato”, sottoponendosi così ad un intervento chirurgico per somigliare esteticamente ad una donna. Ora si fa chiamare Alessia Ameri.
Alessio, il suo vero nome, giocava fino a due anni fa nel campionato maschile, oggi è in forza alla squadra Entu Hermaea Olbia. Il presidente della società, Giovanni Sarti ha affermato, tutto contento: «Non era facile riuscire a trovare una giocatrice di valore come Alessia a questo punto della stagione e di un mercato che non permette trasferimenti». Non dubitiamo della felicità di questo signore, che può vantare ora, oltre alle abilità femminili della squadra, anche quelle maschili di Alessio, rimasto fisiologicamente e geneticamente uomo. Aspetto che è stato evidenziato anche da diverse società sportive.
Si chiama semplicemente slealtà, anche se nel capovolto mondo gender in cui stiamo naufragando pochi riescono ad accorgersene, convinti davvero che per essere donna sia sufficiente bombardare un maschio di ormoni e costruirgli un seno artificiale. Come ha scritto Teresa Moro su Notizie Pro Vita: «Stanno barando: fanno giocare un uomo al posto di una donna, contro altre donne. E con loro sta barando – più o meno consapevolmente – anche Alessio. Lui sa di avere un fisico da uomo: ha il tono muscolare, la densità ossea, la prestanza fisica e la carica agonistica di una persona con il patrimonio XY. Non ci sono operazioni od ormoni che tengano. E, detto da una donna, non è cavalleresco che un uomo schiacci (su) una donna. E’, in definitiva, un gesto da vigliacchi. Il confronto sportivo deve essere leale, tra persone agonisticamente allo stesso livello. Tutto quello che esce da questo principio, non è meritevole di essere chiamato ‘sport’».
Gli stessi Giochi olimpici stanno “aprendo” le porte ai transessuali, fortunatamente c’è qualcuno che ha intuito la pericolosità del minare le fondamenta dello sport pur di foraggiare l’ideologia Lgbt. Davvero significativo, infatti, è stato l’intervento di un luminare della fisiologia italiana, il prof. Arsenio Veicsteinas, ordinario di Fisiologia Umana presso l’Università di Milano, dove è anche preside della facoltà di Scienze Motorie: «l’etica dello sport è che si gareggi ad armi pari», ha commentato. «Chi nasce uomo ha le caratteristiche anatomiche maschili. Chi decide di cambiare sesso conserva il proprio dna, nonostante le cure ormonali. Mi sembra tutto molto superficiale e demagogico, figlio di una tendenza sbagliata che c’è oggi: aprire tutto a tutti. La lealtà della competizione è minata sopratutto per un uomo che diventa donna: come si potrà sostenere davanti alle proteste di una donna che si è giocato ad armi pari?».
Parole di una ovvietà abissale, ma che il confuso uomo moderno -manovrato come un burattino dai poteri forti (e quello arcobaleno è tra i principali)- fatica sempre più a comprendere. E’ tutto normale, assicura la Gazzetta dello Sport, in fondo si tratta solo di una partitella di pallavolo. «Ognuno di noi può diventare quello che vuole», ha affermato il trans Luxuria. «Questo va detto sin da subito, agendo sui bambini, per non ritrovarci poi degli adulti sessisti e maschilisti domani». Ecco, bisogna agire sui bambini, entrare nelle scuole. «Questa è la colonizzazione ideologica: entrano in un popolo con un’idea che niente ha da fare col popolo», ha risposto Papa Francesco. «Colonizzano il popolo con un’idea che cambia o vuol cambiare una mentalità o una struttura. Lo stesso hanno fatto le dittature del secolo scorso, pensate ai Balilla, pensate alla Gioventù Hitleriana. Hanno colonizzato il popolo, volevano farlo. La teoria del gender è uno sbaglio della mente umana, che crea tanta confusione. Io mi domando se non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa».
Cancellare le differenze sessuali, ecco l’obiettivo del gender. Non c’entra nulla l’uguaglianza tra uomini e donne, maschera sotto la quale si nasconde l’Arcigay per convincere i genitori e poter entrare nelle scuole materne. Cancellare le differenze tra maschio e femmina, omo-logare. Oggi sono riusciti ad entrare nel mondo della pallavolo femminile, umiliando ancora una volta le donne, le giocatrici, le compagne e le avversarie di Alessio.
Fonte: UCCRonline
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