A presentarla, in sala stampa vaticana, saranno il
cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario del sinodo, il cardinale Cristoph Schoenborn, arcivescovo di Vienna, e una coppia di coniugi,
Francesco e Giuseppina Miano, che hanno preso parte a entrambi i
sinodi.
Il testo esce in italiano, francese, inglese, tedesco, spagnolo e portoghese.
Si tratta di un documento molto atteso – anche per la lunga e complessa gestazione – con cui papa Francesco farà il punto sulla pastorale del matrimonio e della famiglia alla luce del lungo cammino sinodale, avviato nell’ottobre 2013.
Un percorso che ha prodotto due documenti fondamentali – le due Relazioni finali 2014 e 2015 – ma anche una miriade di spunti molto interessanti, come le migliaia di risposte al doppio questionario giunte da tutte le diocesi del mondo. Pensare che il documento firmato da Francesco finirà per rappresentare un netto stacco contenutistico rispetto, soprattutto, alle due relazioni finali, significa dimenticare che è stato Francesco stesso a decidere le pubblicazioni dei due testi.
E, nello specifico, a chiedere che nei Lineamenta 2015 fosse inserito il testo uscito dall’assemblea ordinaria del 2014. Facile quindi prevedere che l’esortazione di Francesco nasca non solo in continuità con quanto emerso dalla riflessione biennale della Chiesa sulla famiglia, ma che finisca per rappresentare in qualche modo un terzo e definitivo passaggio, in cui gli approfondimenti che saranno presentati secondo la sensibilità e la libertà del Pontefice, risulteranno evidenti soprattutto alla luce di quanto discusso, pensato, concordato dalle due assemblee dei vescovi e infine reso noto dai testi sinodali.
Come per la relazione finale dell’ottobre 2015, le parole chiave che guideranno la riflessione di Francesco saranno misericordia, accoglienza, discernimento, integrazione e accompagnamento. E, se dovessimo proporre uno slogan, “unità dottrinale nella pluralità pastorale” potrebbe fotografare bene la sollecitudine del Pontefice, finalizzata a dare risposte efficaci alle domande, alle richieste, alle speranze e anche alle angosce delle famiglie di tutto il mondo. Comprese quelle più fragili, quelle ferite, quelle disgregate.
Non si tratta certo di attendersi dall’Esortazione risposte preconfezionate alle varie situazioni. Piuttosto occorre far riferimento a un nuovo atteggiamento di responsabilità comunitaria in cui ciascuno, insieme agli altri, è chiamato a un impegno di riconciliazione allargato, in coerenza con lo spirito dell’anno giubilare.