Nell’editoriale del Corriere della Sera di sabato 2 aprile Angelo Panebianco traccia una complessa e dettagliata analisi dei rapporti futuri tra Europa e mondo islamico, sia quello che occupa lo scacchiere del Grande Medio Oriente, sia quello insediatosi nell’Europa “(ex) cristiana”. E giustamente dice che nelle diverse trattative tra gli Stati e le comunità islamiche presenti in occidente l’ Europa dovrà stare attenta a non “svendere la sua anima”.
Essa cioè deve preservare la sua identità e la sua tradizione civile e culturale. Ma, egli osserva, spesso gli europei si nascondono “dietro una cortina fumogena fatta di bolsa retorica e di parole vuote, del tipo (una delle preferite) «difenderemo i nostro valori e i nostri principi». Il bello (o il brutto) è che questi valori e principi vengono spesso lasciati nel vago”. Qui vorrei fare una chiosa.
Questa “bolsa retorica” nasconde in realtà molti scheletri nell’armadio, perché l’Europa ex-cristiana sta portando avanti progetti che sono tutt’altro che “valori”, senza dimenticare che da tempo ha ingoiato il rospo dell’aborto come se fosse una caramella. Chiusa la parentesi.
Tornando a Panebianco, egli fa l’elenco di tre “valori” a cui non si può e non si deve rinunciare (ed è curioso che sia lui a riprendere l’espressione di “principi non negoziabili”): la laicità; l’uguaglianza giuridica di tutti davanti alla legge a prescindere da sesso e religione; la libertà individuale. Sono tutti e tre importanti, anche se sulla libertà individuale andrebbe precisato che non c’è libertà senza responsabilità verso gli altri.
Ma è interessante come egli descrive la laicità, dichiarandola “fondata sulla capacità di distinguere fra il sacro e il profano, fra il regno di Dio e il regno di Cesare”. Ebbene come tutti sanno, questa distinzione non l’ha fatta Platone, non l’ha fatta Cicerone, non l’ha fatta Kant, e neppure i padri della Rivoluzione Francese! L’ha fatta Gesù Cristo quando disse: “Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” (Mt 22,21).
Allora se la laicità è il primo e irrinunciabile valore che l’Europa deve difendere per non svendere la propria anima nei confronti della cultura islamica, riconosca che questo valore le viene dalla tradizione cristiana. Siamo contenti che, dopo tante discussioni inutili, alla fine la verità sia emersa in modo semplice e chiaro. Un grazie a Panebianco per aver messo in evidenza, senza dirlo esplicitamente, le radici cristiane dell’Europa!
Fonte: LaNuovaBQ