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Caso Antinori: di chi sono quei sei embrioni sequestrati?

A chi appartengono i sei embrioni sequestrati nella clinica del dottor Antinori? È questo il primo dilemma che pongono i fatti, se saranno confermati: una giovane donna ha denunciato di essere stata sottoposta con la forza a un prelievo di ovociti che, una volta fecondati, avrebbero dato origine a sei embrioni, bloccati poi dal sequestro delle forze dell’ordine.

Il condizionale è d’obbligo, perché molti aspetti della vicenda sono ancora oscuri. Ma se veramente esistono embrioni umani ottenuti da ovociti contro la volontà della ‘donatrice’, ci troveremmo di fronte a un evento ancora più drammatico dello scambio di embrioni avvenuto al Pertini di Roma due anni fa. Avremmo infatti una madre genetica che non ha dato il suo consenso, e una o più coppie committenti dove uno o più uomini sono i padri biologici e una o più donne si preparavano a ricevere gli embrioni in grembo e diventare madri gestazionali. (C’è ovviamente la possibilità che anche per il liquido seminale si sia ricorsi a ‘donatori’, e che i committenti non abbiano alcun legame biologico con gli embrioni, il che complicherebbe ancor più la situazione).

E se con l’analisi del Dna si può risalire alla paternità biologica degli embrioni, sarà veramente difficile stabilire chi potrà deciderne la sorte, e addirittura bisognerà chiedersi se si potrà parlare di ‘genitori‘. Nel Nuovo Mondo dei figli della provetta, infatti, è cambiato un paradigma, anzi, ‘il’ paradigma che ha fondato la comunità umana, da sempre, e cioè che sono considerati genitori coloro che generano fisicamente un figlio (poi le infinite varianti della vita possono far sì che quel nato cresca con tutt’altra gente, ma questo è un altro discorso). Con le nuove tecniche di fecondazione assistita il paradigma è cambiato e si diventa genitori se si ha l’intenzione di avere un figlio, a prescindere dal contributo biologico.

È quindi necessario stipulare un contratto fra le parti: genitori committenti, donatori di gameti e/o madre surrogata. Nella fecondazione eterologa, quella con i gameti estranei alla coppia committente, sono i ‘donatori’ di gameti a rinunciare al figlio, e la madre legale sarà colei che partorisce. Nell’utero in affitto invece il contratto è diverso: è la donna che partorisce a rinunciare al figlio, come spesso anche la madre genetica, cioè la ‘donatrice’ di gameti, e la madre legale sarà una terza donna, biologicamente estranea al bambino. Ma se si diventa genitori per contratto, e per di più commerciale (perché c’è sempre scambio di denaro), che cosa succede se si scopre che il contratto non era valido, come in questo caso? È ancora possibile definire ‘genitori’ la coppia committente? Se la donna è madre genetica contro la propria volontà, e il padre biologico invece ha dato il proprio consenso, di chi sono gli embrioni, e chi può deciderne la sorte? Può la madre genetica ottenere, ad esempio, che le siano trasferiti in utero gli embrioni ottenuti dai propri ovociti? E se il padre biologico invece chiede che siano trasferiti alla sua compagna, che ha stipulato il contratto? E se i padri biologici sono diversi?

L’unica analogia è la gravidanza di una donna a seguito di una violenza, ma il paragone non regge: in questo caso si tratterebbe di un embrione già in utero, dove la figura materna è unica e certa, e il dilemma sarebbe, eventualmente, personale della donna e non di tipo antropologico. Invece gli embrioni formati dagli ovociti rubati sono al di fuori del grembo materno; non c’è ancora la madre che porta avanti la gravidanza ma solo quella genetica, e inoltre non è il padre biologico a essere responsabile dell’atto violento ma terze persone.

Nel caso della clinica milanese saranno le indagini a stabilire circostanze e responsabilità, e alla fine potremmo anche trovarci di fronte a una situazione più semplice, con gameti ed embrioni senza alcun problema di ‘appartenenza’. Viene da sperare almeno in questo. Ce lo auguriamo. Ma il solo fatto che il quadro surreale appena tracciato possa essere una delle eventualità concrete possibili dovrebbe almeno porci qualche buona domanda. Per esempio se è questo il Mondo Nuovo che vogliamo, dove, se è necessario un contratto per diventare genitori, senza quel contratto è possibile che, per la legge, i genitori non esistano più.

Fonte: Avvenire.it

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