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Sempre più bimbi dai «don»

Sono 2,5 milioni i giovani iscritti alle attività offerte da ottomila strutture cattoliche 

L’idea l’ aveva avuta San Giovanni Bosco, noto nel mondo come Don Bosco, e fondatore dei salesiani: creare degli spazi in cui i ragazzi, soprattutto i più poveri, potessero stare insieme, giocare, imparare un mestiere e, soprattutto, avessero più dimestichezza con il Signore e la Sua Chiesa.

Sono nati così gli oratori, che dalla miserabile periferia della Torino ottocentesca, poi in tutta Italia e nel mondo, si sono diffusi e moltiplicati all’infinito. Generazioni sono cresciute in quei cortili assolati, pieni di urla e di risate, e per inciso moltissimi campioni sportivi sono usciti proprio da lì. Cantato da Adriano Celentano,nella canzone capolavoro di Paolo Conte, Azzurro («Sembra quand’ ero all’ oratorio, con tanto sole, tanti anni fa. Quelle domeniche da solo in un cortile, a passeggiar, ora mi annoio più di allora, neanche un prete per chiacchierar»), negli anni Ottanta l’ oratorio era caduto nell’ oblio, anzi chi lo frequentava era additato al pubblico ludibrio.

Negli ultimi anni, complice anche la crisi, non solo sono tornati ad essere frequentati, ma si sono moltiplicati. Perché permettono alle famiglie di trovare degli spazi adeguati per i ragazzi che così non sono lasciati soli, o per la strada. Come ai tempi di Don Bosco.

Ci sono due milioni di bambini e adolescenti iscritti, oltre 350mila volontari e animatori impegnati, in questa estate 2016. Una presenza che cresce.
Secondo l’ ultimo censimento condotto dalla Foi (Forum oratori italiani) ci sono ottomila realtà oratoriali, con una crescita di circa duemila unità dall’ anno 2001. E se nel Nord se ne contano 5.200 (con la Lombardia a fare la parte del leone con tremila strutture), al Centro e al Sud ci sono 1.050 strutture. Con una presenza cospicua in Puglia: 850 strutture.

Ora proprio una legge della Regione Puglia, oltre al ruolo sociale di oratori e parrocchie, «riconosce la funzione educativa, formativa, aggregatrice e sociale svolta dagli Enti ecclesiastici della Chiesa cattolica, dall’ Ente Parrocchia», insomma tende a valorizzare a sostenere il ruolo degli oratori. Con un apposito protocollo, le parrocchie poi avranno più respiro e potranno così più facilmente accedere all’ affidamento, in comodato d’ uso gratuito, di «beni mobili e immobili di proprietà o confiscati per la rifunzionalizzazione e la finalizzazione per attività sociali e socioeducative». E da quanto dichiarato nel ddl il sostegno potrebbe essere esteso al riconoscimento economico per chi negli oratori ci lavora o si avvia a nuovi percorsi professionali.

Oggi l’oratorio apre le porte a «percorsi» di tre cinque settimane, con un filo rosso proposto come tema di riflessione e di preghiera. E così nell’arcidiocesi di Milano il tema 2016 è «PerDiQua» a indicare un cammino. Si intitola invece «Hobbit. In Te c’è di più» quello scelto dagli oratori dell’ Anspi (Associazione nazionale san Paolo Italia), mentre i ragazzi degli oratori romani passeranno le settimane seguendo le «leggende delle porte luminose », a ricordare i Giubilei e il passaggio della Porta Santa.

Fonte: Caterina Maniaci – Libero

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