Giovedì sera a Lerici, avv. Simone Pillon, “Famiglie per il no”
— 19 Luglio 2016 — pubblicato da Redazione. —“Referendum costituzionale: le famiglie in campo per il no” è il titolo della conferenza che si terrà giovedì 21 luglio, alle 21, a Lerici, presso la sala del Consiglio comunale, in Piazza Bacigalupi. Parlerà l’avvocato Simone Pillon, socio fondatore del comitato “Difendiamo i nostri figli”, che ha promosso i due grandi Family Day del Circo Massimo e di Piazza San Giovanni a Roma.
La conferenza è organizzata dalla sezione spezzina del comitato “Famiglie per il no”, che si è costituito a partire da “Difendiamo i nostri figli” in vista del referendum costituzionale del 2 ottobre.
Il referendum – per il quale non è previsto alcun quorum – chiederà agli italiani di confermare o meno la riforma Renzi-Boschi, che intende modificare radicalmente la carta fondamentale dello Stato. “Famiglie per il no” evidenzia la pericolosità dell’operazione, specialmente per la combinazione con l’ “Italicum”, la nuova legge elettorale, approvata in Parlamento con voto di fiducia. Il partito che vincerà le elezioni – anche solo col 25% dei voti – controllerà il 55% dei seggi, l’elezione del Presidente della Repubblica, i giudici costituzionali e la direzione della Rai.
“Famiglie per il no” sottolinea che se la riforma costituzionale passasse, essa spianerebbe la strada alle prossime tappe – già annunciate – della strategia contro l’uomo e la famiglia, con leggi su “matrimonio” gay, adozioni per gay e single, utero in affitto, divorzio lampo, liberalizzazione delle droghe, eutanasia, anche infantile, omofobia/transfobia.
Certamente, alcune modifiche alla Costituzione possono essere molto utili. Tuttavia, l’impostazione della riforma Renzi-Boschi desta preoccupazione, perché toglie la rappresentatività ma non gli sprechi. Il Senato non verrà più eletto dai cittadini, ma conserverà la sua burocrazia. Il potere verrebbe accentrato nelle mani di pochissime di persone al governo, con responsabilità anche su temi attualmente trattati dalle regioni. Si tradisce così il principio di sussidiarietà, che richiede che le decisioni vengano prese al livello più vicino possibile a quello delle persone su cui tali decisioni hanno impatto, in modo che tutti, nella diversità dei propri ruoli, possano contribuire al bene comune.
“Famiglie per il no” evidenzia che la riforma Renzi-Boschi comporta una perdita secca di sovranità popolare, con minore influenza degli enti sociali e maggior controllo da parte di lobby e poteri forti, quali multinazionali, governi esteri e agenzie.