Un bambino non nato può contare su diritti che non sono soltanto quello alla vita e che vanno presi seriamente dallo stato. Lo ha stabilito un giudice dell’
Alta Corte irlandese, Mr. Justice Richard Humphreys, durante una vicenda giudiziaria che ha coinvolto un cittadino nigeriano che rischiava di essere deportato.
Poichè l’uomo era il padre di un bambino che doveva ancora nascere, concepito con la sua partner irlandese, il giudice ha deciso di fermare la deportazione. La sentenza ha fissato, in questo modo, il diritto del futuro bambino non soltanto a venire al mondo ma anche a poter contare sul suo papà.
A riferire la notizia sono il settimanale cattolico inglese “Catholic Herald” e il quotidiano irlandese “Irish Times” che sottolineano come, con la sentenza del giudice, il bambino non nato acquista diritti “significativi” e una posizione legale, nel diritto consuetudinario, per statuto e secondo la Costituzione che “va ben oltre l’unico diritto alla vita”.
Molti di questi diritti, sempre secondo il giudice dell’Alta Corte irlandese, sono diritti “di fatto effettivi” anzichè soltanto “prospettivi”. La sentenza fa riferimento all’articolo 42a della Costituzione, inserito come risultato del “Children’s Referendum” del 2012, che stabilisce che lo stato deve proteggere “tutti” i bambini. Poichè “chi non è ancora nato” è “chiaramente un bambino”, ha detto sempre il giudice, l’articolo 42a si riferisce a tutti i bambini “sia prima che dopo la nascita”.