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Il 16 Ottobre sarà proclamato Santo Il 15enne martire Cristero Jose’ Sanchez Del Rio
— 14 Ottobre 2016— pubblicato da Redazione. —
Cercano di fargli rinnegare la fede promettendogli del denaro, la carriera militare e un espatrio negli USA, ma la sua risposta è una sola: ”Viva Cristo Re! Viva la Madonna di Guadalupe!
José Sanchez Del Rio, che morì a 14 anni in difesa della fede cattolica per amore di Cristo Re e della Madonna, sarà canonizzato il 16 ottobre prossimo da Papa Francesco, il quale visitò la sua tomba durante il viaggio apostolico del febbraio scorso. Nel bellissimo film Cristiada questo giovane ed eroico martire compare con lo stendardo raffigurante la Madonna di Guadalupe. «Cara mamma», scrisse prima di morire sul biglietto che sarà rinvenuto sul suo corpo, «mi hanno catturato, stanotte sarò fucilato. Ti prometto che in Paradiso preparerò un buon posto per tutti voi. Il tuo José che muore in difesa della fede cattolica per amore di Cristo Re e della Madonna di Guadalupe».
IL GOVERNO MESSICANO CERCA DI ANNIENTARE LA CHIESA
Egli nacque il 28 marzo 1913 a Sahuayo de Morelos, in Messico, nel tempo in cui governava il Presidente Plutarco Elías Calles, a capo di un governo massonico e socialista, propugnatore di leggi anticattoliche e laiciste. La persecuzione ai danni della Chiesa messicana fu feroce, l’obiettivo era quello di annientarla: scuole cattoliche e seminari chiusi, sacerdoti sottoposti all’autorità civile, preti stranieri espulsi. La popolazione non poteva sfuggire alla scelta, o rinunciare alla fede o perdere il lavoro. Di fronte a tutto ciò si sollevò una ardita, valorosa e fiera insurrezione, così forte da ricordare la resistenza vandeana ai tempi della Rivoluzione francese. Un esercito, composto da contadini, operai, studenti… difese il proprio Credo e per farlo fu costretto ad impugnare le armi. Ecco, dunque, formarsi l’esercito dei Cristeros, sostenitori del Regno sociale di Nostro Signore Gesù Cristo. «¡Viva Cristo Rey!» il loro grido di battaglia e la Madonna di Guadalupe la loro bandiera.
Il fanciullo José impugna con orgoglio quello stendardo mariano il giorno della cruenta battaglia di Cotija. È il 6 febbraio 1928. Ha supplicato la madre di non essere lasciato a guardare, ma di poter far parte della milizia di Cristo. Ottenuto il consenso, si prepara ad affrontare anche la morte: tutto per Cristo Re. Diventa così la mascotte dei Cristeros, che lo chiamano Tarcisius come il santo adolescente di Roma, che subì il martirio mentre portava l’Eucaristia ai cristiani in carcere: scoperto, aveva stretto al petto il Corpo di Gesù per non farlo cadere in mani profane e venne barbaramente ucciso, come lo sarà anche il prossimo san José.
LA CATTURA
Infatti, quando, nella concitazione della battaglia frontale un proiettile abbatte il cavallo del suo comandante, il ragazzo messicano gli offre il suo e tenta di coprirgli la ritirata a colpi di fucile, ma il tentativo fallisce, ed entrambi vengono catturati. José finisce prigioniero nella chiesa del suo paese, Sahuayo, profanata dai soldati federali e trasformata in un pollaio. Vedendo un tale sacrilegio, José non trattiene la sua santa rabbia e tira il collo a qualche gallinaceo, ma il gesto provoca una tragica rappresaglia. Alcuni soldati lo picchiano, lo torturano, tuttavia non lo piegano e non lo tacciono. A ripetizione insistente continua a formulare il grido di battaglia: «¡Viva Cristo Rey!».
L’8 febbraio è costretto ad assistere, come ammonizione, all’impiccagione di Lázaro, un altro ragazzo che era stato imprigionato insieme a lui. Il corpo del giovane, ritenuto morto, viene trascinato nel vicino campo santo, dove è abbandonato; tuttavia si tratta di morte apparente, infatti Lázaro si riprende e fugge via. La tenace e ostinata resistenza di José, che nessuna sofferenza è in grado di flettere, diventa una questione da risolvere al più presto per i persecutori. Gli aguzzini cercano di fargli rinnegare la fede promettendogli, oltre alla libertà anche del denaro, una brillante carriera militare, persino un espatrio nei ricchi Stati Uniti d’America. Ma la sua risposta è una sola: «Viva Cristo Re, viva la Madonna di Guadalupe!».
VIVA CRISTO RE, VIVA LA MADONNA DI GUADALUPE!
I senza Dio escogitano un’alternativa: chiedere un riscatto ai genitori, ma José li convince a non pagare. Padre e madre, autentici cattolici, che sanno vedere oltre la contingenza presente e la finitudine terrena, comprendono la giustizia filiale di quella richiesta. José riesce ancora a ricevere una volta la Santa Comunione prima del 10 febbraio 1928, quando verso le 23 i militari, con spietato odio, spellano le piante dei piedi del santo, costringendolo a camminare sul sale, per poi spingerlo verso il cimitero.
Mentre il giovane continua a gridare il nome di Gesù e di Maria, uno dei soldati lo ferisce accoltellandolo, e per l’ultima volta gli chiedono di rinnegare il suo Credo, ma egli rifiuta ancora e domanda di essere fucilato, continuando a invocare a gran voce gli immacolati Nomi. Vorrebbero finirlo a pugnalate, ma il capitano, innervosito da quelle sante grida, estrae la pistola e gli spara. José spira, ma dopo essere riuscito a tracciare una croce sul terreno con il proprio sangue. […]
Imperdibile il video con il martirio di San José Del Rio tratto dal film Cristiada
Approfondimenti: [leggi: L’EPOPEA DEI CRISTEROS MESSICANI, clicca qui, N.d.BB].
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