LA SPEZIA – Festa di Gesù Cristo, re dell’universo.
— 21 Novembre 2016 — pubblicato da Redazione. —«Oggi festeggiamo il Signore Gesù Cristo, re dell’universo. Il suo essere re non ha nulla a che fare con le nostre regalità». Ben altri sono i modi e le finalità. Lo ha detto il vescovo Luigi Ernesto Palletti, celebrando la solennità di Cristo Re ieri mattina in cattedrale.
La lettera di San Paolo ai Colossesi indica le tre caratteristiche fondamentali della regalità di Cristo: Egli è “immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione”; “il capo del corpo, della Chiesa”; infine il “primogenito di quelli che risorgono dai morti”.
«Gesù Cristo è Dio. Si è fatto uomo. E’ figlio di Dio, fin dall’inizio. E’ il creatore di ogni cosa. Quindi sa come e perchè la ha fatta, sa come usarla in modo corretto. Pienamente Egli può dire “siete miei”. E il creatore si rivolge alle Sue creature dicendo loro “Vi ho chiamato amici”».
«Ogni corpo ha bisogno di un capo. Gli organi sono tutti utili e belli, la testa presiede a tutti. Gesù è Colui che presiede in modo vivo un corpo che ha reso vivo».
«Quando uno deve fare qualcosa, prima fa un modello. Il Padre ha pensato tutto sul Figlio. Noi siamo pensati in Cristo. Un progetto alternativo di umanità non c’è. C’è solo confusione prima, e il nulla dopo. “O venite a me o vi disperderete”. Gesù è re di un regno di pace, di amore e di vita eterna, perchè ha vinto anche la morte».
“Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”, disse uno dei due ladroni crocifissi insieme a Gesù. “Oggi con me sarai in paradiso”, gli risponde il Signore. «La traduzione dal greco perde molto – spiega il vescovo -, che sottolinea il valore del “con me”, a significare che “senza di me non ci arrivi”. Gesù non è un compagno di viaggio, ma la porta necessaria per il regno dei cieli. “Sono io che ti porto in paradiso”. Gesù regna perchè è l’unico in grado di assumere su di sè e di sconfiggere il peccato di mondo».
Oggi, quindi, non festeggiamo l’impero di Dio, ma la salvezza portata dall’abbraccio di Dio. Fermo restando il “se vuoi”. I ladroni erano due. Uno ha accolto la regalità di Cristo, l’altro no. Questo è il dramma della nostra vita, il poter dire: “non voglio il tuo amore, il tuo regno”. Noi qui oggi diciamo: “voglio!”. E ricordiamo quella piccola frase: “oggi con me puoi entrare in paradiso”. “Senza no, ma con me ci puoi entrare sicuramente”.
Domenica la Chiesa festeggiava anche la giornata del seminario diocesano, e il vescovo ha invitato tutti alla preghiera per i seminaristi e per nuove vocazioni.
Fonte: Avvenire | La Spezia