Ogni genitore vuole il meglio per i propri figli. Il punto è, ovviamente, definire cosa sia “il meglio” per loro. Per alcuni potrebbe essere trascorrere un’infanzia serena, per altri eccellere a scuola e per altri ancora gettare le basi per un’età adulta soddisfacente, fatta di stabilità economica, amore e realizzazione professionale.
Nel suo libro How to Raise an Adult, Julie Lythcott-Haims sviscera un concetto molto semplice – a tratti quasi banale – ma che spesso viene dato per scontato: “Il nostro compito con i figli”, sostiene l’autrice, “non è farli diventare ciò che noi vorremmo diventassero, ma sostenerli nel diventare magnificamente se stessi”, mettendo in guardia da quella che chiama “infanzia programmata”.
Mi viene in mente una delle mie primissime lezioni al liceo, che ricordo perfettamente. La professoressa di latino spiegò alla classe l’etimologia della parola “educare”: e(x)ducere, cioè tirare fuori. “Il mio ruolo in questi anni”, disse la docente, “non sarà quello di riempirvi di nozioni, bensì di aiutarvi a tirare fuori ciò che è già dentro di voi, in modo che possiate svilupparlo al meglio”.
E sebbene non esistano “ricette” per crescere figli di successo, alcune ricerche e studi hanno evidenziato che i loro genitori hanno diverse caratteristiche in comune. Ne riporto cinque, che considero particolarmente significative.
1. Fanno fare dei lavoretti ai figli
Durante un evento TED, l’autrice Julie Lythcott-Haims ha parlato dello straordinario valore di far partecipare i figli alla vita domestica.
“I ragazzi hanno bisogno di essere un po’ meno ossessionati da voti e punteggi e molto più interessati a un’infanzia che dia loro una base per il successo costruita su cose come l’amore e lavori di casa. Ho appena detto lavori di casa? Ho detto lavori di casa? L’ho fatto“.
Citando l’Harvard Grant Study, il più lungo studio longitudinale mai condotto, l’autrice sostiene che i bambini che crescono sapendo cosa voglia dire assumersi delle responsabilità tendono a essere propositivi sul posto di lavoro, a non attendere che qualcuno dica loro cosa fare e a rendere più leggero il lavoro dei propri colleghi. “Facendo fare dei lavoretti – come portare fuori la spazzatura o lavarsi i vestiti – imparano che devono fare la loro parte nella società”, ha detto la Lythcott-Haims a Tech Insider.
“Quella mentalità da tiriamoci-su-le-maniche, una mentalità che dice: c’è un lavoro sgradevole, qualcuno deve farlo, tanto vale che sia io; una mentalità che dice: iI mio sforzo contribuirà a migliorare il tutto, ed è quello che ti fa avanzare nel posto di lavoro. Lo sappiamo tutti. Lo sapete anche voi”.
2. Sono autorevoli, non autoritari (né permissivi)
Uno studio condotto dalla psicologa dello sviluppo Diana Baumride (University of California, Berkeley), pubblicato inizialmente negli anni ’60, sostiene che esistano principalmente tre tipi di approcci genitoriali:
3. Esortano i figli ad avere una vita sociale attiva
Dei ricercatori della Pennsylvania State University e della Duke University hanno seguito più di 700 bambini dall’asilo all’età di 25 anni, scoprendo una significativa correlazione tra le loro capacità sociali da piccoli e il loro successo da adulti.
Lo studio, durato 20 anni, ha mostrato che i bambini che sviluppano una socialità sana tendono a collaborare con i colleghi in modo spontaneo, ad aiutare gli altri, a comprendere i sentimenti altrui e a risolvere i problemi autonomamente molto di più di coloro che hanno abilità sociali limitate, in cui è stata invece riscontrata una maggior probabilità di essere arrestati, di bere e di candidarsi a bandi per le case popolari.
“Questo studio mostra che aiutare i bambini a sviluppare le proprie capacità emotive e sociali è una delle cose migliori che possiamo fare per prepararli ad un futuro sano”, ha dichiarato Kristin Schubert, program director della Robert Wood Johnson Foundation, fondazione che ha finanziato la ricerca.
4. Hanno alte aspettative
Utilizzando i dati di un sondaggio rivolto a 6600 bambini nati nel 2001, il professore della University of California Neal Halfon ha scoperto che le aspettative dei genitori nei confronti dei figli hanno un forte impatto sul raggiungimento dei loro obiettivi.
I genitori che aspirano a mandare i figli all’università sembrano fare di tutto per realizzare questo obiettivo, a prescindere dal loro reddito e da altri fattori”, ha dichiarato il professore.Un altro studio di psicologia ha scoperto l’effetto Pigmalione, secondo il quale “ciò che una persona si aspetta da un’altra persona potrebbe essere una profezia che si autoavvera”.
5. Avvicinano i figli alla matematica già dai primi anni
Uno studio realizzato nel 2007 su 35mila bambini in età prescolare ha scoperto che sviluppare abilità matematiche può rivelarsi un vantaggio non indifferente.