Decreti attuativi della legge sulle “unioni civili” – Il contesto e l’educazione delle nuove generazioni
— 18 Gennaio 2017 — pubblicato da Redazione. —Il Consiglio dei ministri ha varato la scorsa settimana i decreti attuativi della legge sulle cosiddette “unioni civili”, che equiparano sostanzialmente le unioni tra persone dello stesso sesso al matrimonio, compresa la possibilità dell’adozione del cognome del partner.
Nei giorni scorsi, è passata nell’indifferenza generale (“segno drammatico di un’assuefazione al male”, hanno commentato le Sentinelle in Piedi in un comunicato) la notizia che la Corte d’Appello di Milano ha ordinato all’anagrafe del Comune di Milano di trascrivere i certificati di nascita di due bambini nati in California tramite utero in affitto, e portati in Italia da una cosiddetta “coppia gay”. I due bambini sono fratelli da parte di madre, ma hanno padri diversi, perché ognuno è stato concepito utilizzando uno spermatozoo di uno dei due uomini. Il Tribunale ha stabilito che i due bambini debbano essere registrati con lo stesso cognome, doppio, quello dei due padri. La giustizia italiana legittima così una paternità slegata dal dato biologico: i due bambini non sono fratelli da parte di padre e, soprattutto, non sono figli di due padri.
Sempre la scorsa settimana, il presidente del consiglio ha firmato il decreto legge per i nuovi livelli essenziali di assistenza, secondo cui la fecondazione artificiale eterologa (cioè con gamete esterno alla coppia) rientra nella lista delle spese rimborsabili dal Servizio Sanitario Nazionale.
Nel giro di pochissimi anni, se non mesi, in Italia si sta rivoluzionando, a tavolino, lo statuto dell’umano.
E monta l’aggressività contro chi non si allinea al “pensiero unico” politicamente corretto. Silvana De Mari, medico e scrittrice, ha spiegato perché l’atto omoerotico tra due uomini è dannoso in primo luogo per la salute fisica di chi lo compie, a causa dell’uso improprio dell’ano. «Non sopporto l’idea che questi attivisti spargano menzogne sull’omoerotismo nelle scuole», ha dichiarato la De Mari. Una petizione ne che chiede ora la radiazione dall’Albo dei Medici.
Stessa sorte per Benedetta Frigerio, giovane giornalista spesso nel mirino lgbt per la sua lotta in difesa della famiglia. La sua colpa? L’aver messo in luce in un articolo la relazione tra molestie, tentativi di suicidio, disagio psicologico e incidenza dell’Aids nelle persone comunemente definite “transessuali”. La giornalista ha lavorato su dati forniti da una delle organizzazioni USA maggiormente attive nel campo dei cosiddetti “diritti transgender”, il National center for transgender equality. Ma, per il “pensiero unico”, indicare la pericolosità di questo stile di vita è inaccettabile.
“I media in ogni modo ci propinano la normalizzazione dell’omosessualità e dell’utero in affitto, che schiavizza le donne e rende un bambino una merce. Accadrà anche al Festival di Sanremo, ormai da quattro anni megafono della propaganda lgbt pagata con i soldi dei contribuenti”, commentano le Sentinelle in Piedi.
In Liguria, intanto, la stampa ha dato ampio risalto ad una petizione contro l’istituzione da parte della Regione di uno Sportello a cui le famiglie potranno rivolgersi per affrontare difficoltà legate al bullismo e al diffondersi nelle scuole della “teoria di genere”, secondo cui la differenza di sesso tra maschi e femmine è sostanzialmente irrilevante. Le sezioni liguri del “Comitato Difendiamo i nostri figli”, con “Generazione Famiglia” e molti cittadini, hanno sostenuto invece la validità del nuovo strumento, in nome della priorità dei genitori nell’educazione dei propri figli. Sono stati definiti “ambienti cattolici tradizionalisti”. Senza entrare nel merito dell’aggettivazione, è certo che la questione della corretta educazione delle nuove generazioni sta a cuore ad una fetta ben più ampia di popolazione.