LA SPEZIA: Il vescovo Palletti festeggia i 5 anni di adorazione perpetua insieme alla sua diocesi
— 23 Gennaio 2017 — pubblicato da Redazione. —Una preghiera, che si innalza giorno e notte, sette giorni su sette, da fine gennaio 2012. I protagonisti di questa catena ininterrotta sono i fedeli che partecipano, con turni di un’ora, all’adorazione eucaristica perpetua nella Cappella del Santissimo Crocifisso presso la chiesa abbaziale di Santa Maria Assunta. Fu istituita da mons. Francesco Moraglia, un paio di mesi prima di lasciare La Spezia per diventare Patriarca di Venezia. Ieri mattina, il suo successore, mons. Luigi Ernesto Palletti, ne ha festeggiato il quinto anniversario dell’istituzione, con una Messa in Santa Maria, a cui hanno partecipato molti adoratori e parrocchiani.
Palletti ha parlato dell’adorazione prendendo spunto dal brano del vangelo del giorno, in cui Matteo racconta le prime chiamate degli apostoli da parte di Gesù. «Il tutto sembra prendere avvio da un incidente di percorso, l’arresto di Giovanni il Battista. In realtà è il compiersi di profezia: Gesù deve crescere, Giovanni diminuire». Gesù quindi si trasferisce da Nazareth a Cafarnao, secondo un’altra profezia. «Non c’è spazio per la casualità o il fatalismo – commenta Palletti -. Ma è la mano della Provvidenza che guida passo passo il cammino della Redenzione, e anche il nostro».
La Provvidenza si manifesta come luce. «Gesù è la luce che rischiara un popolo abituato a vivere nelle tenebre. E la luce di Gesù porta alla conversione. Ecco allora che Matteo parla subito della chiamata degli apostoli. È una chiamata nuova, “venite dietro a me”, che apre un orizzonte nuovo, del diventare pescatori di uomini. E subito lasciarono le reti. È ben più che una conversione morale, è una conversione di vita. E nasce da una chiamata. Le chiamate di Dio ti colgono dove sei, al mare a pescare, o al banco delle imposte, come avvenne per Matteo. Tutti siamo chiamati. La chiamata non presuppone un merito, ma chiede una risposta fedele. Lasciarono subito le reti e andarono. Quanto sarà faticoso il loro cammino, perchè la conversione diventi completa. Ma bisogna decidere di cambiare la direzione, di entrare dentro il Suo regno».
Questa dinamica si applica benissimo all’adorazione perpetua, che è «un atto ecclesiale», prosegue il vescovo. «Siamo chiamati a viverla per tutta la chiesa. Vogliamo farci illuminare dalla luce dell’adorazione, che è fondamentale perchè la luce si diffonda in me e nella nostra comunità. Questa pagina del vangelo è la nostra, che abitavano nelle tenebre, e che siamo chiamati a portare questa luce».
Palletti ha concluso l’omelia auspicando che «la partecipazione all’adorazione perpetua avvenga come scritto nel Vangelo: adorazione al Signore Gesù, risposta alla Sua chiamata, testimonianza della Sua luce».
Al termine della Messa, l’ammiraglio Andreuccetti, che coordina l’attività di alcune centinaia di adoratori, ha preso brevemente la parola, evidenziando l’importanza del dono dell’adorazione perpetua, e invitando nuovi fratelli a partecipare. L’invito è stato ripreso anche dal vescovo, che ha sottolineato che l’adorazione perpetua è citata anche nelle linee pastorali di quest’anno come «strumento forte del nostro incontro con Dio e di testimonianza e intercessione».