Il 6 gennaio si sono celebrati i 100 anni dall’apertura della prima scuola Montessori a Roma. Questo anniversario è un’opportunità per ricordare questo metodo di educazione originale sviluppato nel XX secolo e oggi famoso e riconosciuto in tutto il mondo.
All’origine di questo metodo c’è il medico Maria Montessori, che all’inizio si interessò dei metodi educativi e segnalò l’ambiente particolarmente repressivo che circondava i bambini della sua epoca. Nel suo diario, descriveva i bambini come “incompresi e inibiti in un ambiente pieno di ostacoli”.
Anche se all’epoca un atteggiamento di questo tipo era giudicato normale, la Montessori lo riteneva al contrario “una manifestazione di difesa ed espressione della debolezza spirituale” che porta a instabilità, ira, egoismo e a un attaccamento eccessivo ai beni materiali per desiderio di potere.
Un’educazione per servire la pace
Convinta che il rispetto della personalità del bambino fosse fondamentale, Maria Montessori ha sviluppato il proprio metodo educativo, oggi conosciuto a livello mondiale e presente nelle scuole note come Case dei Bambini.
L’obiettivo del suo metodo è servire la pace. Come donna illuminata, comprese fin dall’inizio che l’educazione è determinante nella costruzione del futuro del bambino e del suo rapporto con il mondo. Nell’educazione, scriveva nel suo diario, “è del bambino che si deve tener conto in primo luogo; la questione è liberarlo dagli ostacoli che rendono difficile il suo sviluppo e aiutarlo a vivere. Una volta che si comprende questo principio, si constata un cambiamento radicale nel comportamento dell’adulto in relazione al bambino”.
Quello che bisogna modificare nel rapporto con il bambino si riassume in due punti: il modo in cui l’adulto si occupa di lui e il contesto che gli offre. Da qui deriva una serie di concetti chiave, sviluppati nel suo manuale e che sono la base della pedagogia applicata nelle scuole Montessori.