Oltre la Nutella e oltre la cioccolata. L’istruzione è un settore chiave ovunque: in Africa è vitale, e lo è ancora di più nei campi profughi che accolgono famiglie in fuga dalla guerra e dalla povertà. Il progetto imprenditoriale Michele Ferrero ha donato 4 nuove aule ai bambini rifugiati della Repubblica Centroafricana e ai loro ospiti. «Un pensiero profondo per Michele Ferrero e per la fondazione da lui creata per il dono», ha detto Khassim Diagne, responsabile Unhcr per il Camerun che ha partecipato alla cerimonia della consegna delle classi al ministero dell’Istruzione di Base assieme all’ambasciatrice d’Italia a Yaounde, Samuela Isopi.
I bambini che beneficeranno di questa nuova iniziativa umanitaria sono i piccoli profughi del campo di Gado Badzere, vicino a Garoua Bulai, nella Regione dell’Est del Camerun, a pochi chilometri dal confine con la Repubblica del Centrafrica.. Le aule arrivate dall’Italia sono state inaugurate alla presenza di rappresentanti del Gruppo Ferrero e delle autorità locali. L’iniziativa, promossa dalla Ferrero Camerun – una delle tre aziende del Gruppo che, assieme a Ferrero Sudafrica e Ferrero India, partecipa al Progetto Imprenditoriale Michele Ferrero – è stata realizzata in collaborazione con l’Unhcr ed il supporto della società Grimaldi. Le aule vengono da Expo Milano 2015: in Camerun contribuiranno a favorire l’educazione di oltre un centinaio di bambini e ragazzi tra le migliaia ospitati nel campo profughi. Il progetto è nato oltre un anno fa in Italia e la sua esecuzione si è sviluppata attraverso quattro diverse fasi, la prima delle quali, dal 1 maggio al 31 ottobre 2015, ha riguardato la partecipazione di Ferrero EXPO mediante propri padiglioni costruiti utilizzando moduli ad uso abitativo destinati ad essere nuovamente riutilizzati, al termine dell’esposizione, a sostegno di iniziative umanitarie in Camerun e Sudafrica. Successivamente, dal novembre 2015 a maggio 2016, tutti i padiglioni di Ferrero a Milano – comprese le loro fondamenta – sono stati interamente smontati. Nel corso della terza fase – tra giugno e luglio 2016– otto moduli originari ad uso abitativo sono stati interamente riconvertiti nelle quattro aule scolastiche destinate a favorire la scolarizzazione dei bambini del campo profughi di Gado Badzere.
Le attività di riadattamento hanno l’obiettivo di assicurare il massimo comfort termico del modulo abitativo, la massima ventilazione e salubrità dei locali e la massima sicurezza delle strutture. L’involucro del modulo abitativo, composto da pannelli coibentati rivestiti in metallo zincato, è stato rivestito da una lamiera zincata, posta ad una distanza tale da creare una camera d’aria aperta – sia in basso che in alto – capace di asportare il calore mantenendo la temperatura ambiente. Una seconda camera d’aria separa il tetto dell’aula dal tetto esterno, consentendo il deflusso dell’aria surriscaldata da feritoie laterali. Alcune delle principali strutture metalliche sono state inoltre verniciate con una vernice di ultima generazione (sviluppata con tecnologia della Nasa) che ha effetti antiruggine e termo rifrangenti, grazie a componenti ceramiche interne che riducono la temperatura fino al 45 %. La porta vetrata di ogni aula è stata protetta da una tettoia ombreggiante
Per assicurare ventilazione e salubrità, ogni aula è stata dotata di 3 finestre apribili, 6 sfiatatoi provvisti di zanzariere in acciaio inossidabile, due ventilatori ed una porta a doppie ante. I vetri delle porte e delle finestre sono di un vetro particolarmente resistente e sono tutti protetti da inferriate metalliche. La quarta ed ultima fase – dal 30 agosto al 18 ottobre – ha riguardato il trasporto via mare di due container dal porto di Salerno, in Italia, al porto di Douala; il loro successivo trasporto via terra e la costruzione delle fondamenta da parte dell’Unchr e di Ades; ed infine il montaggio delle aule, a Gado Badzere, da parte di un team di tecnici italiani e locali.
Fonte: FamigliaCristiana.it