Domenica 2 aprile si terrà anche a Pontremoli una delle trentacinque veglie organizzate a livello nazionale dalle Sentinelle in Piedi per sensibilizzare le coscienze sull’attacco in corso contro la libertà di espressione e la dignità umana. La veglia avrà luogo dalle 16 alle 17 in Piazza Italia all’altezza di Boccadasse. E’ la terza veglia delle Sentinelle a Pontremoli.
«Nel 2013, anche grazie alle veglie delle Sentinelle in Piedi, è stato bloccato l’iter del DDL Scalfarotto, che di fatto intendeva istituire il reato d’opinione per chiunque esprimesse un pensiero non allineato al potere in tema di famiglia e sessualità. Oggi, il pericolo dittatura si ripresenta in una veste ancor più subdola e pericolosa perché riguarda la libertà di espressione a 360 gradi», scrivono le Sentinelle nel comunicato di presentazione della veglia nazionale.
Il nuovo tentativo di introdurre il reato d’opinione utilizza oggi la scusa di voler punire chi diffonde notizie false (le cosiddette “fake news”). «Il DDL s2688 (XVII legislatura) prevede una multa fino a 5 mila euro per “chiunque pubblichi o diffonda” online “notizie false, esagerate o tendenziose che riguardino dati o fatti infondati o falsi”. Se la fake news è tale da “destare pubblico allarme”, o “fuorviare settori dell’opinione pubblica”, l’articolo 2 aggiunge ai 5 mila euro di multa anche un anno di reclusione. Quando poi si arrivi a “minare il processo democratico, anche a fini politici”, gli anni di reclusione diventano 2 e l’ammenda sale a 10 mila euro».
«Ma chi stabilisce che una notizia sia falsa, esagerata o tendenziosa? Chi stabilisce quando si tratta di una campagna d’odio? E che cosa significa “minare il processo democratico”? Di certo, negli ultimi mesi l’attenzione sulle “fake news” si sta facendo strada a livello internazionale nell’intento di silenziare ogni voce dissonante con ogni mezzo possibile».
«Se la legge venisse approvata, potrebbe essere a rischio la libertà di esprimere legittimo dissenso pubblicamente senza venire accusati e perseguiti. Potrebbe non essere più possibile esprimere opinioni ad esempio contrarie all’aborto, alle unioni civili o alle «creative» decisioni di Tribunali, quali quelli di Milano, Trento e Firenze, che contro, ogni senso della giustizia e del rispetto delle leggi italiane, hanno emesso sentenze ideologiche che arrivano a trattare un bambino come se fosse unicamente il mezzo per soddisfare un inesistente «diritto al figlio». Ma un figlio non è un diritto, ed è inaccettabile commissionarlo e produrlo pagandolo migliaia di euro con l’utero in affitto, così come è inaccettabile che venga adottato da due uomini o due donne dal momento che l’adozione nasce per rispondere al miglior interesse del minore. E tale interesse è di crescere con un papà e una mamma adottivi quando quelli biologici non possono crescerlo per i motivi più diversi. Nessuno può avere due papà o due mamme».
Solo qualche settimana fa, in Francia, è stata approvata una legge che estende ai siti web il cosiddetto reato di “intralcio all’aborto”. Sarà così vietato parlare anche della sindrome post abortiva.
«Sulla stessa scia si comprende che potrebbe non essere più possibile dirsi contrari alla legge sul biotestamento ora in discussione in Parlamento. Il testo, pur non nominando mai esplicitamente questo termine, di fatto apre all’eutanasia».
«Si tratta, infatti, di una normativa che rende “disponibile” il diritto alla vita, perché introduce l’idea che sia la cosiddetta “qualità” della vita a determinare se essa sia degna di essere vissuta oppure no. Il testo prevede che anche la nutrizione e l’idratazione, cioè il dare cibo e acqua a un malato, possano essere equiparati a trattamenti medici e quindi arbitrariamente sospesi. Il testo non prevede alcun diritto all’obiezione di coscienza e orienta la medicina non alla cura del paziente, ma al dovere assoluto di rispettare una volontà di suicidio. La norma si applicherebbe anche ai minorenni, quindi potenzialmente anche ai bambini, aprendo così la strada ad ogni arbitrio come già avviene in altri Paesi quali Belgio, Olanda e Francia. Sono questi paesi che qualcuno pensa di indicarci quale esempio di civiltà, ma dove invece è stato smarrito il significato e il senso di sacralità della vita e dove si è presto passati dall’eutanasia volontaria a quella involontaria», per cui è di fatto lo Stato a stabilire quali siano le vite degne di essere vissute e quelle da “scartare”, a volte perché troppo costose.
«Per amore della verità, che si cerca ostinatamente di cancellare e di negare», le Sentinelle in Piedi scendono di nuovo in piazza in tutta Italia, dando a tutti la possibilità di esprimere pubblicamente il proprio dissenso, anche a Pontremoli. Anche per poter dare una risposta quando ci chiederanno: “Tu dove eri, mentre accadeva tutto questo?”.