Una folla record ha partecipato domenica al santuario dell’Olmo alla festa della Madonna venerata nella chiesa posta sulle pendici del monte Santa Croce, sopra Fabiano. Nonostante il tempo piuttosto nuvoloso, numerose famiglie hanno affollato il prato davanti al santuario e hanno fatto la fila per la pesca di beneficienza, e i banchetti gastronomici. La Messa solenne delle 17 è stata celebrata dal vescovo Luigi Ernesto Palletti.
Commentando il brano della Prima lettera di San Pietro Apostolo, mons. Palletti ha sottolineato il richiamo a essere pietre vive della Chiesa. «L’edificio del Chiesa si costruisce su ogni battezzato. E’ Cristo stesso a tenere insieme le pietre. Ci viene chiesta un’unione vera, forte. Chi costruisce fuori da questo progetto non costruisce».
L’edificio poggia sulla parola di Dio e sulla preghiera. “”Non è giusto che noi trascuriamo la parola di Dio per il servizio delle mense”, dissero i Dodici nel brano letto dagli Atti degli Apostoli. «Questo è vero per gli apostoli e per noi – ha commentato il vescovo -. L’edificio è unico, ma le membra diverse. Ecco allora il grande cammino dei diaconi, che si impegnano in particolare nella carità».
Infine la pagina del Vangelo, in cui Gesù si definisce “via, verità e vita”. «Gesù non è un maestro che indica una strada o dice che cosa fare. Lui stesso è la meta, e la via per la mia salvezza. L’allievo di un maestro impara una lezione e torna a casa. Gesù, invece, ci invita a essere Suoi discepoli, che imparano a rimanere con Lui e a continuare a seguirLo. Il discepolo ha senso solo dietro al maestro. “Venite e vedrete”, dice Gesù. O andiamo dietro a Lui, o sbagliamo».
Un bravo maestro indica la verità. Gesù, invece, ci dice “o sei sempre con me, e allora sei vero, oppure inizi a vacillare”. «Nessuno di noi è in grado di vivere di luce propria – prosegue mons. Palletti -. Non possiamo mai allontanarci da Lui senza correre il serio rischio di diventare falsi, perchè non siamo allievi, che potrebbero anche diventare migiori del maestro, ma discepoli».
«Un medico dà delle medicine, e poi il paziente va a casa. Ma la vita di cui parla Gesù non esiste indipendentemente da Lui. Al riguardo, è chiarissima l’immagine della vite e del tralcio, che non può vivere di vita propria. Gesù ci porta al senso pieno della vita, alla ragione stessa dell’esistenza».
«Oggi, qui, al santuario dell’Olmo, leggiamo queste parole di Gesù alla luce di Maria. Sua madre, Gesù ha detto che è anche nostra madre, tanto ci vuole uniti al Suo progetto».
«Se vogliamo essere suoi discepoli – ha concluso il vescovo – non possiamo mai esere separati da Lui, che è via, verità e vita».