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Campiotti (regista), “centralità della relazione per curare l’uomo nella sua integralità”

 

“Lo scopritore della penicillina affermava che più importante della medicina è il modo in cui la medicina la dai. Nulla è più importante della relazione” come “ha appena sottolineato nel suo messaggio il presidente della Cei”. Ad affermarlo è Giacomo Campiotti, regista e sceneggiatore di “Braccialetti rossi”, fortunata serie tv girata tra le mura di un ospedale pugliese e andata in onda dal 2014 per tre stagioni su RaiUno, intervenendo al XV convegno nazionale e al XVII incontro delle associazioni locali, “Rosso come l’amore. Accanto alla persona malata tra scienza, dedizione e normalità” che si sono aperti questo pomeriggio a Roma (fino a domani). Dopo la proiezione in sala di alcuni spezzoni della serie accolti da scroscianti applausi, Campiotti ha spiegato che “per curare la malattia si deve essere centrati sul curare l’uomo nella sua integralità”. Importante il ruolo di genitori, familiari e amici. “Malattia e morte – ha affermato il regista – sono eventi della vita che ci obbligano a riflessioni profonde. Noi pensiamo che dietro a ogni avvenimento ci sia una risposta”, ma dobbiamo ristrutturare completamente il nostro pensiero perché “anche se malata, una persona continua ad essere mille altre cose, la sua esperienza di persona non è limitata alla sola malattia”. “Il discorso della malattia e del dolore – ha concluso Campiotti – va contestualizzato in un disegno di vita che per quanto mi riguarda non può prescindere dagli aspetti spirituali”.

Fonte: AgenSir.it

QUI il PROGRAMMA: ROSSO COME L’AMORE. ACCANTO ALLA PERSONA MALATA | 26-27 Maggio 2017

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