Il sole di una bella giornata di inizio estate ha salutato la processione di fedeli che sabato mattina ha percorso la strada da Borghetto Vara a Ripalta, frazione collinare con splendida vista sul Vara e sui monti e i torrenti della vallata, lussureggiante di vegetazione.
Nell’omelia, il vescovo Luigi Ernesto Palletti ha commentato il vangelo del giorno, che riportava l’ultimo incontro di Gesù con Pietro, dopo la resurrezione.
Pietro è la persona entusiasta che aveva seguito Gesù, e preteso di essere lui il salvatore del maestro. Poi, col tradimento, aveva fatto la esperienza della propria fragilità. «Ora finalmente lo incontra nella dimensione giusta. Dopo le risposte a Gesù che gli aveva chiesto per tre volte se lo amasse, finalmente, Pietro ha preso coscienza di sé. È lui ad avere bisogno di Gesù, che è venuto per servire non essere servito», spiega il vescovo.
Ma anche in questo incontro Pietro si rivela in tutta la sua umanità. Infatti, dopo l’esortazione di Gesù a seguirlo, Pietro guarda il discepolo che il Signore amava, e chiede a Gesù: “E lui?”. Si tratta di un segno di santa attenzione da parte di Pietro verso un altro apostolo. Ma suscita una parola decisa da parte del maestro: “Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi”.
«Le tentazioni sono tante – spiega monsignor Palletti -. Alcune più grossolane, altre più raffinate. Quelle legate alla fisicità e intelligenza, con la grazia di Dio che ci sostiene, spesso le superiamo. Ma ci sono delle tentazioni più fini, perché hanno la parvenza di essere intelligenti. Alcune di esse il Signore le enumera, nel Vangelo: “lasciami vedere il campo; devo seppellire i morti”. Similmente, l’osservazione di Pietro è intelligente, ma in quel contesto diventa una distrazione, un modo per dire “Signore vengo, ma dopo, ora ho dell’altro da fare”. Sono cose intelligenti da fare. E intanto non vengo… ».
«È una tentazione che si annida nel nostro cuore, quella del “sì, poi, però”. Non diciamo “no”, la nostra vita è orientata bene. Ma non riusciamo a compiere l’ultimo passo. Tante persone forse nel cuore hanno già detto il loro “sì”. Ma dicono: “aspetta un attimo”. Questo fa scorrere il tempo, e la vita scappa e le occasioni diminuiscomo, e il “sì” diventa un “no”. Oggi chiediamo, in particolare per le vocazioni sacerdotali e alla vita religiosa, dei “sì” fino in fondo. Chiediamolo per noi e perchè chi è chiamato possa dire fino in fondo: “Ecco, Signore io vengo”».
Come tradizione dei pellegrinaggi mariani del primo sabato del mese, dopo la Messa c’è stato il momento conviviale con la generosa colazione offerta nell’ampio spazio verde alle spalle della chiesa.