Il piccolo Charlie Gard (per ora) è salvo: la Corte Europea blocca l’eutanasia
— 22 Giugno 2017
— pubblicato da Redazione. —
I genitori ora sperano nella sentenza definitiva. I medici non cambiano idea: è solo sofferenza
La Corte europea dei diritti umani ha ordinato a Londra di continuare a tenere in vita Charlie Gard, il neonato affetto da una rara malattia genetica, fino a quando non prenderà una decisione sul ricorso dei genitori.
«Alla luce delle circostanze eccezionali, la Corte ha già accordato la priorità al caso e procederà a valutare il ricorso con la massima urgenza», afferma in un comunicato stampa la stessa Corte.
L’ULTIMATUM DELLA CORTE
Il 13 giugno scorso la Corte di Strasburgo, dopo aver ordinato temporaneamente e per la seconda volta a Londra di mantenere in vita Charlie Gard, aveva stabilito che i genitori del neonato avevano fino alla mezzanotte per presentare il ricorso contro la decisione delle autorità del Regno Unito di sospendere la ventilazione artificiale del neonato e quindi ‘staccare la spina’ (The Huffington Post, 20 giugno).
I genitori subito si sono mobilitati per scongiurare la morte di Charlie. Da qui il ricorso che è in attesa di giudizio.
MEDICI CONTRO GENITORI
Il piccolo Charlie Gard soffre di una rara malattia mitocondriale che provoca l’indebolimento dei muscoli e gravi danni cerebrali. Riceve sostegno vitale presso l’ospedale di Great Ormond Street di Londra, ma i medici hanno “deciso”, contro la volontà dei genitori del bambino, che le apparecchiature che lo tengono in vita devono essere scollegate per «evitare una sofferenza inutile».
Fin da subito i genitori si sono opposti a questa decisione e la questione è finita in tribunale.
LA CURA SPERIMENTALE
I Gard vogliono trasferire al più presto il piccolo in America per sottoporlo a una cura sperimentale dal costo di 1,3 milioni di sterline (cifra raggiunta e superata grazie a una raccolta online a cui hanno partecipato ben 80.000 utenti). Inutile, secondo i medici britannici (Aleteia, 13 marzo).
Online i contatti con le notizie e le iniziative sul bambino inglese sono #charliesfight (Avvenire, 10 giugno)
Fonte: Aleteia.org
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