La battaglia contro il terrorismo si combatte anche con il dialogo. Ne sono convinti i membri del movimento interreligioso “Noi siamo con voi”. Un convegno a Torino sarà l’occasione per approfondire la conoscenza del corano e della cultura islamica, grazie a teologi, intellettuali e studiosi provenienti da ogni parte del mondo.
Islam contro islamismo. Sono vivide e indelebili le immagini dei recenti attentati terroristici in Spagna, mentre dalle intelligence internazionali arrivano nuovi segnali d’allarme, alcuni dei quali riguardano anche il nostro Paese. L’Europa piange i suoi morti, in una guerra che si fa stillicidio, e torna a scoprirsi fragile di fronte a un nemico capace di colpire dovunque e in qualsiasi momento. In un clima così teso e difficile, parlare di incontro col mondo islamico può sembrare un’utopia, perfino una follia. Invece è proprio in questi tempi che il dialogo si fa quanto mai necessario: serve chiarezza, serve uno sguardo capace di distinguere l’islam dalle frange estremiste che usano la religione come strumento di violenza.
La battaglia contro il terrorismo si combatte anche così. Ne sono convinti i membri del movimento interreligioso “Noi siamo con voi”, nato a Torino per promuovere l’incontro tra le fedi. Da oltre due anni questa esperienza riesce a tenere insieme chiese cristiane, ebraismo, islam e molte altre comunità, comprese quella buddhista e induista. Sono rappresentati un’ottantina di gruppi religiosi, circa il 95% delle confessioni presenti in Piemonte. Fin da subito il movimento, fortemente sostenuto dall’arcivescovo di Torino monsignor Cesare Nosiglia, ha promosso una cultura dell’incontro, ma senza confusioni o banalizzazioni. E ha unanimemente condannato qualsiasi forma di violenza.
Un esempio di questo atteggiamento è il convegno “Islam contro islamismo”, che si terrà a Torino nel mese di novembre. Sarà un’occasione per approfondire la conoscenza del corano e della cultura islamica, grazie a teologi, intellettuali e studiosi provenienti da ogni parte del mondo. Non può esserci incontro senza conoscenza e, oggi più che mai, serve una conoscenza oggettiva, libera dalle semplificazioni che alimentano la paura. «Questo appuntamento, frutto di un intenso lavoro di dialogo con le rappresentanze di musulmani presenti sul nostro territorio, è significativo proprio perché nasce in seno alle comunità islamiche» spiega Giampiero Leo, portavoce del movimento “Noi siamo con voi” e vicepresidente del Comitato Diritti Umani della regione Piemonte.
«Il tiolo è stato scelto insieme ai responsabili delle moschee e ha un significato forte: l’islam non solo rifiuta l’islamismo nelle sue derive estreme, ma lo vuole combattere». Moderato dallo scrittore iracheno Younis Tawfik, il convegno si svolgerà sotto l’egida del Comitato Diritti Umani della Regione Piemonte, i cui rispettivi presidente e vicepresidente, Mauro Laus e appunto Giampiero Leo, seguiranno i lavori. «Molti si aspettano dal mondo islamico una netta presa di distanza nei confronti della violenza», osserva Leo. «Ci sembra che l’appuntamento di novembre, organizzato ben prima dell’ultima tragica ondata di attentati, vada proprio in questa direzione».
Parallelamente, l’impegno del movimento prosegue su altri fronti. L’escalation di test nucleari, di giorno in giorno più pericolosi e inquietanti, messi in atto dalla Corea del Nord riporta in primo piano il tema del disarmo atomico. Recentemente “Noi siamo con voi” ha contribuito in maniera determinante a far rinascere in Piemonte il Movimento per la Pace. In parte rivivono le esperienze pacifiste degli anni ’70 e ’80, ma i tempi sono mutati e anche gli orientamenti sono diversi, come si può capire dal nuovo nome: Coordinamento di Cittadini, Associazioni e Istituzioni contro l’atomica, contro tutte le guerre e contro i terrorismi. «Se nei decenni passati il mondo pacifista era spesso contro le istituzioni, noi invece crediamo che queste debbano essere fattivamente coinvolte» spiega ancora Giampiero Leo. «Il nostro è un movimento non ideologico, riconosce l’importanza delle organizzazioni sovranazionali, è europeista e pro Nazioni Unite. In particolare riteniamo che il disarmo atomico debba essere governato dall’Onu, secondo i piani già predisposti». A partire dal mese di maggio, il nuovo Movimento per la Pace ha saputo conciliare anime diversissime e continua a registrare adesioni. L’apporto delle comunità religiose è decisivo. Quanto ai modelli di riferimento, «sono personaggi del passato, da Gandhi a Martin Luther King, ma anche uomini di oggi, come papa Francesco e il Dalai Lama».
Tra i prossimi eventi in programma, nel mese di settembre ci sarà un’assemblea plenaria cui saranno invitati tutti i Parlamentari eletti in Piemonte. «Vogliamo chiedere, anche a livello nazionale, l’approvazione degli ordini del giorno già stabiliti in ambito regionale e sostenere l’azione di disarmo promossa dalle Nazioni Unite».
Fonte: Famiglia Cristiana.it