LA SPEZIA – Con l’inizio odierno del nuovo anno liturgico prende il via anche quest’anno l’iniziativa dell’”Avvento di carità”. Per tutto il periodo di preparazione al Natale, tempo “forte” per ogni cristiano, il vescovo e la diocesi suggeriscono a tutti alcuni impegni di sacrificio e di offerta, all’insegna della solidarietà soprattutto verso le persone sofferenti e in difficoltà.
Quest’anno, come monsignor Palletti indica nel messaggio che pubblichiamo qui a fianco, gli obiettivi sono tre: 1) Sostegno alle famiglie in difficoltà; 2) Sostegno al dormitorio e ai servizi per la cura della persona presso la “Cittadella della pace” di Pegazzano; 3) Sostegno all’emporio solidale della Caritas, attivo nelle città della Spezia e di Sarzana e tramite i centri di ascolto parrocchiali.
Questi tre obiettivi registrano situazioni di oggettiva e grave difficoltà di un numero crescente di famiglie, come già descritto alcune settimane or sono in occasione della “Giornata dei poveri” voluta da Papa Francesco.
Venendo al dettaglio, le famiglie in difficoltà, come detto, sono sempre di più. Solo nell’ultimo mese, la Caritas è intervenuta in favore di nove famiglie sfrattate e rimaste senza un tetto, cinque alla Spezia e quattro a Sarzana. Per quanto riguarda l’ospitalità ai senza fissa dimora, le necessità sono aumentate con l’arrivo del freddo. Il dormitorio di Pegazzano, davvero prezioso, già ospita quaranta persone, ma sono stati predisposti altri venti posti letto in vista di ulteriori rigidità di clima.
L’emporio solidale, a sua volta, eroga ogni mese, nelle diverse forme previste, circa 8500 interventi di spesa gratuita o comunque a buon mercato. L’emporio solidale è un progeto di rete attivo dal 2013, che vede la Caritas operare con i tre distretti socio–sanitari del territorio e con la Fondazione Carispezia: i due empori della Spezia e di Sarzana hanno assistito nel solo 2017 circa novecento famiglie, con circa trecento nuovi “ingressi”.
Particolare interessante: per la prima volta dal 2013 i “tesserati” italiani, con il 54,5 per cento, hanno superato quelli non italiani. Al secondo posto (22 per cento) c’è la comunità marocchina, con nuclei familiari residenti in modo stabile alla Spezia.