Consumismo. Parte il «cash mob etico», antidoto al black friday
— 14 Dicembre 2017
— pubblicato da Redazione. —
NeXt, rete di organizzazioni che promuove l’economia sostenibile, lancia la settimana “Voto col Portafoglio”
Con il ‘Black Friday’ si è consumato l’ennesimo rito idolatrico del consumismo contemporaneo dove la pubblicità influenza scelte e modalità di consumo. Con la settimana del ‘Voto Col Portafoglio’, lanciata da Next (NeXt Nuova Economia X Tutti, la rete di organizzazioni della società civile, di consumatori, di imprese e del Terzo Settore che promuove una Nuova Economia più sostenibile attraverso nuove forme di dialogo e di interazione tra cittadini, imprese e giovani, ndr) vogliamo invertire la danza usando le nostre scelte di consumo per decidere quali tipi di aziende e lavoro vogliamo. Scartati, diseguaglianze estreme, dignità del lavoro calpestata, salute del pianeta a rischio. Il mondo di oggi non ci piace? Abbiamo gli strumenti per cambiarlo, ma ancora non abbiamo imparato a usarli. Perché il potere più grande dell’economia globale siamo noi quando consumiamo e risparmiamo. Se da domani ci mettiamo d’accordo e premiamo con le nostre scelte i prodotti e le aziende ad alta dignità del lavoro e tutela dell’ambiente, allora il mondo cambia da domani. Le imprese devono soddisfare i gusti dei consumatori. Perché non siamo ancora arrivati a questo risultato? Ci sono quattro ostacoli. La consapevolezza (ancora scarsa), l’informazione sui livelli di sostenibilità sociale e ambientale di imprese e prodotti, il coordinamento delle nostre scelte (il voto col portafoglio funziona politicamente solo se ci muoviamo in tanti) e la possibilità che i prodotti che vogliamo premiare costino di più. Laddove questi ostacoli sono stati superati i risultati sono già oggi enormi. In finanza i fondi etici hanno ormai quote importanti nei capitali delle multinazionali dell’energia e i comportamenti stanno cambiando.
Una rivolta ‘dal basso’ sul tema dell’olio di palma ha sconvolto il settore. Per fare altri passi avanti abbiamo bisogno di tre cose. Primo, lo stato deve votare col portafoglio nelle gare d’appalto. Allontanandosi più rapidamente possibile dalla gara al massimo ribasso, che Francesco ha definito «criminale», perché favorisce sfruttamento del lavoro e dell’ambiente e aziende che possono offrire ribassi più sostanziosi perché hanno fonti di finanziamento illegali. Secondo, al populismo nazionalista dobbiamo contrapporre – usando una parola grossa, ma necessaria – un sano ‘protezionismo etico’. Ovvero premiare le filiere socialmente e ambientalmente sostenibili (da qualunque Paese vengano) con un’imposta sui consumi più bassa e viceversa. Il ‘protezionismo etico’ è superiore al populismo nazionalista perché risolve il problema dei nostri ceti medio-bassi, ma senza creare una barriera a prescindere per prodotti stranieri.Vuole invece aiutare la dignità del lavoro e dell’ambiente in qualunque Paese vengano realizzate a fine del bene comune. Terzo, abbiamo bisogno di strumenti che ci aiutino a superare i quattro ostacoli citati sopra. Come l’app ‘VotoColPortafoglio’ (disponibile su sitemi Ios e Android) con cui possiamo segnalare le nostre scelte durante la settimana del consumo etico. O come la piattaforma nascente ‘EyeOnBuy’ che crea un dialogo tra cittadini e imprese attorno alla responsabilità sociale confrontando autovalutazioni delle imprese e rating dei cittadini, favorendo informazione e coordinamento. Le grandi piattaforme digitali fanno il bello e il cattivo tempo nell’economia globale. Non possiamo vincere lo scudetto del bene comune se non ci iscriviamo neanche al campionato. Gli strumenti del ’900 per difendere la dignità del lavoro non funzionano più nell’economia globale. Siamo maggioranza disorganizzata, ma se impariamo ad usare quegli stessi strumenti possiamo cambiare rapporti di forza e dare un volto umano alla globalizzazione.
Fonte: Leonardo Becchetti | Avvenire.it
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