Si celebra domani la festa che ricorda l’adorazione dei Magi
Quello che sei è il dono di Dio a te, quello che diventi è il tuo dono a Dio”. (Hans Urs von Balthasar)
In questo periodo si fanno tanti doni, ma forse ci si ricorda poco del Grande Dono che Dio ha fatto all’umanità: il Suo Figlio Gesù. Siamo chiamati ad una conversione personale e sociale, dall’egoismo al dono, dalla società del profitto a quella del gratuito. Come si riconoscono i discepoli del Signore? La loro caratteristica dovrebbe essere la gioia (frutto della resurrezione e dello Spirito Santo), e poi dallo “spezzarsi” per gli altri, come Cristo ogni giorno si “spezza” con l’Eucarestia sull’altare, così i cristiani si donano gratuitamente per tutte le persone che incontrano. Dare senza ricevere, non solo, accettando alle volte del male gratuito come “perfetta letizia” per il cammino umano e spirituale. Non si riceve sempre il “grazie”, la gratificazione del bene fatto, questo prima o poi finisce, anche per una “pedagogia divina” che ci indica la strada dell’umiltà, via stretta per seguire il Cristo servo e sofferente sulla croce. Scegliere l’ultimo posto, in contrasto con il primo posto del mondo e dei serviti.
I re Magi erano “cercatori di felicità” e hanno fatto un viaggio prima interiore e poi esteriore per seguire la “Stella della Redenzione” e arrivare davanti al Re dei re portando doni. Il regalo più bello e più grande che puoi fare è te stesso: la tua presenza, il tuo ascolto, il tuo sorriso, il partecipare compassionevole alle sofferenze degli altri, il tuo esserci per gli altri. I regali di cose alle volte “legano” le persone a noi, ma la tua presenza luminosa può trasformare la vita di una persona, come diceva Madre Teresa: “Non dobbiamo permettere a nessuno di allontanarsi dalla nostra presenza, senza sentirsi migliore e più felice”. I re Magi cercano e trovano, camminano e donano, osservano le stelle e guardano con i loro occhi la Vera Luce che illumina ogni uomo. Come canta Renato Zero, in quella bellissima canzone scritta da Maurizio Fabrizio e dedicata a san Giovanni Paolo II: “La vita è un dono legato a un respiro… E’ un dono che si deve accettare, condividere poi restituire”. La vita è una grande dono di Dio e non è nostra proprietà, ma appartiene a Dio, datore di ogni vita e redentore di ogni morte. La tristezza nasce da una vita comoda, ripiegata su se stessa, chiusa agli altri e anche dal pensare continuamente ai propri bisogni che alle volte si trasformano in capricci.
Don Oreste Benzi ripeteva spesso: “Sono felice, perché non penso mai a me stesso”. Credo che questo sia il segreto della felicità, perché all’inizio del cammino “entriamo in una comunità per essere felici e ci fermiamo per rendere felici gli altri” (Jean Vanier). Tutto è dono, tutto è grazia nella “società gratuita di Dio”, perché “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date (Mt10,8)”. Papa Francesco dice chiaramente in una udienza: “La vita dell’essere umano è uno scambio di sguardi: qualcuno che guardandoci ci strappa il primo sorriso, e noi che gratuitamente sorridiamo a chi sta chiuso nella tristezza, e così gli apriamo una via di uscita. Scambio di sguardi: guardare negli occhi e si aprono le porte del cuore”. E Dio “non ci ama perché in noi c’è qualche ragione che suscita amore. Dio ci ama perché Egli stesso è amore, e l’amore tende per sua natura a diffondersi, a donarsi” anche quando c’è l’errore, la colpa dell’uomo. L’amore non nega la giustizia, anzi la esige, ma resta amore, come una madre continua ad amare ogni suo figlio anche se delinquente.
Concludo con un mio piccolo scritto che sintetizza l’importanza del dono dello “sguardo” che possiamo donare agli altri, come dono dell’Amore di Dio: Noi viviamo per uno Sguardo / Guardàti dall’Eterno ci rivolgiamo a Te datore di ogni sguardo / Troviamo chi fa vibrare le emozioni del nostro cuore / L’assenza di sguardi: dolore, solitudine, angoscia / Una vita intera per “riscattare” l’uscita dal nostro palcoscenico che ci fa vivere / Noi viviamo per uno Sguardo. Guardàti, guardiamo, vediamo e crediamo / Il Cielo riempie gli occhi di una fontana di Luce / La nostra vita si colora di un arcobaleno di poesia / Noi viviamo per uno Sguardo che cura, guarisce, libera e salva / Noi viviamo per uno Sguardo… questa è l’eternità.
Fonte: InTerris.it