«Il nostro intento è sconfiggere l’indifferenza, innanzitutto della comunità internazionale, e far sì che dal 24 febbraio nessuno possa più ignorare la persecuzione dei cristiani». Così Alessandro Monteduro, direttore di Aiuto alla Chiesa che Soffre, ha presentato l’evento che la Fondazione organizzerà il prossimo 24 febbraio alle ore. Un evento di una portata mediatica straordinaria durante il quale ACS non soltanto illuminerà di rosso il Colosseo, da sempre simbolo del martirio cristiano, ma anche la Cattedrale maronita di Sant’Elia ad Aleppo in Siria, e la Chiesa di San Paolo a Mosul in Iraq. L’iniziativa è stata illustrata questa mattina nel corso di una conferenza stampa.
«Nel mondo tante comunità patiscono la fame, la miseria e le violenze a causa della loro fede – ha affermato Alfredo Mantovano, presidente di ACS-Italia – Noi abbiamo più volte illuminato di rosso i monumenti più importanti del mondo per denunciare il martirio subito dai nostri fratelli e stavolta è nostra intenzione coinvolgerli direttamente attraverso due comunità come quella siriana e quella irachena, tra quelle che maggiormente hanno sofferto negli ultimi anni».
«La luce ha per noi una valenza liturgica – ha affermato Louis Raphael I Sako, Patriarca della Chiesa caldea – e accendere le luci su Mosul significa portare la speranza ai cristiani iracheni che tanto hanno sofferto». Il prelato ha poi notato come la Chiesa di San Paolo abbia per i caldei un valore simbolico importante, perché vi riposano le spoglie del vescovo martire, monsignor Faraj Rahho, ucciso esattamente 10 anni fa a Mosul. «Ringrazio ACS per questa iniziativa – ha aggiunto – Voi siete la voce di coloro che non hanno voce. Per gli eroici cristiani iracheni è molto importante che i fratelli occidentali si mobilitino per rendere nota al mondo la loro sofferenza».
È poi intervenuto in collegamento telefonico da Aleppo Padre Firas Lutfi, francescano della Custodia di Terra Santa, responsabile dell’organizzazione dell’evento aleppino. «Il rosso è il simbolo della sofferenza e del martirio di tanti innocenti. Tutta la città di Aleppo sarà riunita e collegata con Roma a dimostrazione che la Chiesa è un unico corpo mistico nella sofferenza e nella gioia».
Dopo la Fontana di Trevi, il Palazzo di Westminster a Londra, la statua del Cristo Redentore a Rio de Janeiro, la Basilica del Sacro Cuore a Parigi e la Cattedrale di Manila, il rosso del sangue versato ancora oggi da tanti cristiani nel mondo torna ad accendere luoghi altamente simbolici in una serata che vedrà la partecipazione di eminenti rappresentanti della Chiesa quali il cardinale Mauro Piacenza, presidente internazionale ACS, e il segretario generale della Conferenza episcopale monsignor Nunzio Galantino, accanto ad autorevoli figure istituzionali come il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, che interverrà a Roma sul palco allestito in Largo Gaetana Agnesi, di fronte al Colosseo.
L’evento sarà inoltre arricchito da momenti di testimonianza straordinari. Il primo vedrà protagonisti Ashiq Masih e Eisham Ashiq, marito e una delle figlie di Asia Bibi, la donna cattolica pachistana condannata a morte e in carcere dal 2009 perché ingiustamente accusata di aver insultato il profeta Maometto. Seguirà il drammatico racconto di Rebecca Bitrus, nigeriana per due anni ostaggio della setta islamista Boko Haram. Una terribile esperienza di fede imposta e violenze dalla quale è riuscita a fuggire portando in grembo il figlio di uno dei suoi carcerieri.
Momenti di preghiera e unione spirituale saranno organizzati anche a Mosul e ad Aleppo.
Appuntamento dunque al 24 febbraio 2018 alle ore 18 circa in Largo Gaetana Agnesi.
Fonte: ACS.it