400 anni dalla fondazione del convento di MONTEROSSO
— 12 Febbraio 2018
— pubblicato da Redazione. —
LA SPEZIA – A Monterosso al mare, nel lontano 20 febbraio 1618, sul colle di San Cristoforo venne posta una croce, nel punto in cui sarebbe sorta la chiesa–convento dei Cappuccini. Ciò grazie all’iniziativa di padre Cielo da Castelletto, predicatore e famoso fabbriciere. La chiesa venne costruita con denaro che il nobile genovese Gian Fabio Squarciafico aveva lasciato prima di farsi frate, e diventare padre Francesco Maria da Genova. Ci vollero ben cinque anni per completare il complesso, noto ancora oggi come “Orto del Paradiso”.
Proprio oggi si aprono dunque gli eventi in programma per i quattrocento anni dalla fondazione di questo luogo di pace. In giornata, i frati cappuccini e le suore di clausura si incontrano con i monterossini. Poi, sino a sabato prossimo, ci saranno Messe ed incontri nella parrocchiale di San Giovanni Battista e, nei pomeriggi, si terranno il Rosario meditato, i Vespri e la Messa non solo nella citata chiesa ma anche in quelle di Fegina, di Santa Croce e nell’oratorio “Mortis et Orationis”.
Domenica 25 febbraio sarà una giornata di grande festa, con la presenza di padre Mauro Johri, ministro generale dell’ordine dei Frati Minori Cappuccini: per l’occasione sono previsti migliaia di fedeli da tutta Italia, in quanto la chiesa e il convento, nel 2014, sono stati votati quale primo dei “Luoghi del cuore” nel censimento promosso dal “Fondo ambiente italiano”(Fai), con un numero record di segnalazioni.
Commenta il sindaco Emanuele Moggia: «Per Monterosso si tratta di un punto di riferimento che fa parte della nostra storia: una presenza che è sentinella di pace e di tutela del creato, legata ai valori francescani di rispetto della natura». A sua volta padre Renato Brenz–Verca, motore delle celebrazioni, ci spiega: «Vorremmo mantenere viva l’attenzione su un luogo di particolare importanza, ma anche offrire la possibilità a tanti nuovi amici di avvicinarsi al convento».
QUI IL PROGRAMMA DETTAGLIATO
Fonte: Avvenire/ La Spezia | Guido Ghersi
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