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SINODO GIOVANI – Verso il Sinodo con tanti film: THE STARTUP #6a proposta
— 9 Maggio 2018— pubblicato da Redazione. —
THE STARTUP – ACCENDI IL TUO FUTURO
di Alessandro D’Alatri
Con Andrea Arcangeli, Paola Calliari, Matilde Gioli, Luca Di Giovanni, Matteo Leoni
Italia 2017 // Durata: 97’ // Commedia
Il film in un tweet
Stanco di una giustizia tanto sbandierata, quanto tradita, Matteo Achilli, giovane romano studente alla Bocconi di Milano, fonda il portale “Egomnia” capace di incrociare “domanda e offerta” secondo la regola della meritocrazia…
La sfida
Che valore ha oggi il merito? È possibile per un giovane sognare ancora un mondo più giusto? Che valori stiamo consegnando alle nuove generazioni? Qual è il prezzo della lealtà e del sacrificio?
La condizione umana
«Si può misurare matematicamente la felicità?», si chiede Matteo, fondatore di “Egomnia” (dal latino io/tutti), il social che dal 2012 mette in relazione in modo meritocratico migliaia di ragazzi in cerca di lavoro con le aziende. Apparentemente
sì, secondo The Startup – Accendi il tuo futuro di Alessandro D’Alatri, il film basato sulla storia vera di Matteo Achilli, il ragazzo romano che a 18 anni, dopo il licenziamento del padre e le ingiustizie subite nel campo del nuoto,
nonostante i risultati, decide di dare una svolta al sistema e alla sua vita. Grazie all’aiuto della sua famiglia e di un giovane ingegnere di nome Giuseppe, Matteo si butta a capofitto in questa nuova startup che possa «dare merito al valore oggettivo e migliorare il mondo». Trasferitosi da Roma a Milano per studiare alla
Bocconi, per la complicità di compagni di studi nonché per “la genialità” della
sua idea, Matteo passa dalla semplice borgata del Corviale, vissuta insieme
alla fidanzata Emma, alla “vivacità” dei salotti milanesi. In breve tempo soldi e
popolarità sembrano prendere il sopravvento, ma anche delusione e disincanto
si affacciano all’orizzonte. Giunto il momento della crisi, Matteo è chiamato
a prendere le sue decisioni e scegliere quale prezzo pagare. D’Alatri sa gestire
bene la narrazione fino alla fine, ponendo sul piatto non solo la questione
importante della “meritocrazia”, ma anche quella dei valori che la nostra società
sta oggi consegnando alle giovani generazioni. Uno sguardo senza illusioni sulla
realtà che ci circonda che, spesse volte, accetta il compromesso piuttosto che la
lotta e la fatica della conquista. Vale per Matteo, ma anche per tanti altri giovani
che, grazie anche i sacrifici dei loro genitori, abbandonano il proprio mondo per
realizzare i loro sogni. Diceva a proposito Samuel Johnson, uno dei letterati più
illustri della storia inglese: «Il futuro si guadagna col presente». Questo, infatti,
conta. E da questo non si scappa.
Una rilettura del film teologico-pastorale
a cura di Luca Ramello, direttore dell’Ufficio di Pastorale Giovanile della Arcidiocesi
di Torino
Incalza ed emoziona la semplice narrazione di The startup. Accendi il tuo futuro.
Al di là alle complesse considerazioni rispetto alla vicenda reale e concentrando
l’attenzione sul film, l’entusiasmo tenace di questo neodiplomato della periferia
romana cattura il cuore e coinvolge nella corsa del suo sogno giovanile, tutt’altro
che scontato.
L’euforia per il superamento brillante della maturità scientifica e una visione
ingenuamente ottimistica sul futuro devono subito fare i conti con la delusione per la
mancata convocazione ad una gara di nuoto agonistico, disciplina in cui il giovane
Matteo eccelle. L’intuizione delle ragioni di questa esclusione accende la reazione
che anima tutto il film: spesso le scelte – non solo professionali – sono dettate da
raccomandazioni e convenienze tutte all’opposto della logica meritocratica, in cui
il giovane Matteo confidava, affacciandosi al mondo dell’Università e del lavoro.
Si scatena così una straordinaria e tenace intraprendenza creativa, che porterà
Achilli a sviluppare il progetto di “Egomnia”, un sito dove le aziende potranno
scegliere e selezionare, in base ai meriti, alla preparazione ed alle esperienze ,
i candidati per i propri posti di lavoro, prima di conoscerli e senza interferenze
di raccomandazioni indebite. Il segreto di quella che Matteo persegue come
una autentica «rivoluzione» è in un algoritmo matematico, che permette una
valutazione delle persone in base a parametri oggettivi e secondo il curriculum
accademico e le esperienze acquisite.
La determinazione di “andare controcorrente”, come chiede ripetutamente Papa
Francesco ad una generazione di giovani che potrebbe adagiarsi sul divano delle
comodità, arenarsi sulle sabbie dello scoraggiamento o affondare tra le onde delle
contraddizioni, attraversa e fende tutte le rotte della vita di un giovane: le relazioni
affettive, familiari, amicali e di coppia; il divertimento e il sacrificio; il mondo
dell’Università e del lavoro; il rapporto con la politica e dell’intraprendenza
sociale; l’unicità della personalità e la capacità di collaborare in una squadra;
la potenza della dimensione digitale e la plasticità della fisicità (elegantemente
evocata dalla bellezza dei corpi e dalla metafora sportiva).
È tuttavia con la verità di se stesso che Matteo si ritrova a mettersi alla prova. Una
volta raggiunta una sorprendente e stupefacente dimensione di successo economico
e di pubblico riconoscimento, la tensione utopica della rivoluzione meritocratica
si scontra brutalmente con la presa di coscienza di aver progressivamente assunto
le medesime logiche di mercato che voleva combattere. Sull’orlo di perdere
tutti e tutto, Matteo sarà salvato dall’umile accoglienza degli sguardi di chi lo ha
continuato ad amare e sostenere, pur nella sua rapida metamorfosi motivazionale.
«Qual è il tuo sogno?» chiede Matteo a Emma, la sua ragazza. «Diventare prima
ballerina, ma non succederà mai… – Che senso ha tutta quella fatica, allora? –
Quello che la fatica fa di te!».
Sta forse qui il vero slancio che permette di «accedere il futuro»: la fatica di
lavorare innanzitutto su stessi ma non da soli, debitori e riconoscenti degli sguardi
di chi ci ama. Perché come avverte Romano Guardini: «La vita viene destata e
accesa solo dalla vita. La più potente “forza di educazione” consiste nel fatto che
io stesso in prima persona mi protendo in avanti e mi affatico a crescere». Solo se
siamo «accesi» possiamo «accendere». E di questo sguardo, capace di accendere
il futuro, tutti siamo debitori, non soltanto i giovani.
Coordinamento progetto editoriale > Arianna Prevedello e Gianluca Bernardini
www.saledellacomunita.it – acec@acec.it
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