Il presidente della Fondazione vaticana promotrice e il cardinale presentano il cantiere del centro che ospiterà una casa per pellegrini una struttura per profughi e poveri, una chiesa, un auditorium, aule per la pastorale sociale e familiare
Un punto di riferimento per i pellegrini, ma anche un luogo di diffusione del magistero sulla famiglia. Si aprirà a breve il cantiere per realizzare il “Centro Internazionale Famiglia di Nazareth”, voluto da san Giovanni Paolo II, portato avanti da Benedetto XVI e ora sostenuto da papa Francesco. Su una collina di 15mila metri quadri, accanto ad un antico monastero greco-melkita che sarà inglobato, sorgeranno una casa di accoglienza per pellegrini con 103 stanze a misura di famiglia, una struttura per ospitare profughi e poveri, una chiesa e un centro con auditorium e aule per la pastorale sociale e familiare. A presentare il progetto agli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede, alla presenza del cardinale Kevin Joseph Farrell, prefetto del Dicastero per i laici, la famiglie e la vita, è stato Salvatore Martinez, presidente della Fondazione Vaticana costituita nel 2012 proprio con questo obiettivo. «Una delle priorità del Centro, se vorrà essere a servizio della popolazione locale e non solo di chi viene da fuori, dovrà essere lo stimolare, in accordo con i pastori locali, tutte le iniziative che favoriscono la crescita dal basso di una sensibilità di reciproca fiducia e di amore per la giustizia», ha sottolineato il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congre-gazione per le Chiese Orientali.
In Terra Santa, come in Ucraina, Iraq e Siria, è fondamentale «accompagnare le famiglie, e soprattutto i figli giovani, a superare il disturbo da stress post traumatico, causato da bombardamenti, rapimenti, e in alcuni casi vere e proprie forme di schiavitù sessuale», ha rilevato il prefetto del dicastero vaticano per il quale occorre «insistere sull’urgenza educativa» e sulla necessità di un «lavoro di rete» con le scuole cattoliche presenti sul territorio e con le realtà assistenziali e caritative. «Mentre in alcuni Paesi dell’Occidente, come l’Italia, il diritto alla libertà di educazione viene a volte tacciato di confessionalismo, in Medio Oriente l’esistenza di molte scuole cattoliche è principio di qualità ma soprattutto della formazione di una mentalità aperta, laica ed accogliente», ha spiegato il cardinale Sandri che ha espresso «grossa preoccupazione » per la «situazione delle scuole cristiane in Libano, Israele e Paesi limitrofi».
«Il grande tema della politicizzazione delle religioni che il Medio Oriente soffre e l’incapacità della comunità internazionale di trovare una visione alta che permetta di dare stabilità alla regione ci fa credere che c’è una via intentata di pace che viene dal basso, in particolare dalle famiglie», ha osservato Martinez, che si è detto convinto del fatto che «la famiglia rimane una risorsa per le nostre democrazie e per i nostri Paesi», nonostante «la scure di un modernismo scriteriato e di legislazioni che spesso la avversano ». Con il Centro Internazionale «vogliamo attuare la profezia di ritornare a Nazareth, di permettere cioè al mondo intero di visitare questa città che vuole essere la capitale della famiglia perché da lì parta un messaggio per l’umanità», ha affermato il presidente nazionale di Rinnovamento nello Spirito annunciando che da luglio inizierà una collaborazione con una struttura di accoglienza di Lourdes sul binomio famiglie e sofferenza e saranno avviati moduli formativi legati all’Amoris laetitia per i formatori e per i responsabili dell’ospitalità a Nazareth. Tra le iniziative anche «un Premio papale per le famiglie (la prima nazione interessata sarà la Corea) e un progetto di leadership interculturale e interreligiosaper giovani di diverse nazioni e fedi».
Fonte: Stefania CAREDDU | Avvenire.it