L’archistar dona un progetto a sorpresa. La Protezione civile: emergenza viabilità
Arriva da un genovese illustre l’idea creativa per il nuovo ponte sul Polcevera. Mentre la politica discute e polemizza da giorni, l’architetto Renzo Piano si è presentato ieri al palazzo della Regione con un misterioso plastico. E con lui, idealmente, c’è tutto l’orgoglio autentico di una città nota da sempre per la sua fierezza: «C’è un impegno morale a fare in modo che il nuovo ponte porti con sè i tratti della genovesità, della qualità e anche un pò della nostra parsimonia. Deve esserci il ricordo di una tragedia e il suo elaborarsi nel tempo. Sono 14 giorni che non smetto di pensarci».
Il progetto offerto alla città (o meglio, l’idea di ricostruzione) per ora è top secret, ma chi l’ha visto dice che non ha «nulla a che vedere» col vecchio viadotto. «Bisogna che la città ritrovi orgoglio e riscatto – ha detto ancora Piano –, bisogna ricostruire questo ponte e ripensare l’intera area della val Polcevera. Sia però chiaro che si tratta di un’opera corale, e non intendo sostituirmi a nessuno, né agli ingegneri né agli architetti che saranno chiamati per concorso a lavorare sul contesto urbano. Siamo appena all’inizio, ma sono certo che questo sarà un momento di grande energia e di riscatto per la città». L’architetto ha infine aggiunto: «Non credo nemmeno ai tempi record per la ricostruzione. Credo nei tempi giusti, bisogna fare presto ma non in fretta». A Genova ieri c’era anche il capo del Dipartimento di Protezione civile Angelo Borrelli, che ha chiuso l’attività del Centro coordinamento soccorsi, essendosi conclusa la prima emergenza: «Adesso – ha spiegato – lavoriamo su tutte le altre direttrici, come la viabilità e la soluzione dei disagi della popolazione».
Oggi si terrà una riunione operativa con Regione e Prefettura per predisporre la nuova ordinanza di protezione civile: «Dovremo analizzare la capacità di risposta del servizio sanitario regionale e cittadino dopo l’evento per potenziare la risposta sanitaria», considerando le misure «per cercare di accelerare gli interventi e completare quegli interventi che non abbiamo ancora considerato». Tra gli argomenti che verranno trattati c’è anche quello delle imprese.
«Lì c’è tutto un tema di disciplinare misure per le imprese nel rispetto dei regolamenti comunitari per evitare di sfociare in aiuti di Stato – ha concluso Borrelli – . Ci sono valutazioni da fare». E ieri è stato nominato anche il pool di esperti che affiancherà la struttura commissariale di nomina regionale, incaricata di realizzare i primi interventi urgenti. I cinque tecnici individuati sono Stefano Pinasco, ingegnere del comune di Genova, Enrico Zio ingegnere del Politecnico di Milano, Emanuele Gissi e Alessandra d’Errico, rispettivamente ingegnere e architetto del Corpo dei vigili del fuoco, e Pietro Croce, ingegnere del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Il lavoro da fare è ancora molto e sono 300 le famiglie di cui occuparsi. A 106 è già stata fornita una sistemazione alternativa: ad oggi 49 famiglie hanno potuto riprendere la loro vita in alloggi assegnati e 57 hanno accettato il contributo di protezione civile per il pagamento di un affitto alternativo. «C’è la volontà di permettere il rientro temporaneo degli sfollati nelle loro case per consentire loro di riprendersi le proprie cose – ribadisce il sindaco Marco Bucci – . Appena i tecnici ci daranno il via libera, lo faremo ».
Quel che resta del ponte, però, fa ancora paura. «Venerdì una delle nostre prime richieste – ha anticipato il governatore Giovanni Toti – sarà di predisporre un monitoraggio di lungo periodo con oscillometri e altri strumenti per valutare la situazione e avere una proiezione sui reali rischi o i movimenti del ponte. Ci auguriamo che le tre commissioni che lavorano su questo tema possano insieme dare una risposta rassicurante senza creare false illusioni». Intanto sono 74 gli immobili selezionati dal Comune, resi disponibili da alcuni cittadini per gli sfollati. L’elenco è in costante aggiornamento e gli alloggi privati si aggiungono ai 170 di proprietà pubblica. L’obiettivo dell’amministrazione comunale e della Regione è di consegnare le chiavi di una casa a tutti gli sfollati che ne hanno diritto entro novembre.
Fonte: Danilo Poggio | Avvenire.it