Non c’è dubbio che l’economia digitale sia una delle più grandi rivoluzioni degli ultimi anni. Che però può anche nascondere delle insidie. Il saggio di Beniamino Pagliaro
Che cosa vuol dire essere immersi nella nuova realtà digitale? Gli effetti possiamo vederli giorno per giorno. Lo smartphone è diventato un compagno di viaggio indispensabile. Qualche volta serve anche per telefonare, ma ha di fatto sostituito molti altri strumenti che appartengono ormai al passato. Non solo bussola o il navigatore, ma anche il cinema e la biblioteca. Non solo la macchina fotografica e il registratore, ma anche la banca e la posta. Non solo la scatola di scacchi e le carte geografiche, ma anche l’edicola e gli uffici pubblici.
Non solo è cambiato il modo di comunicare, ma sono cambiati i profili di business di numerose attività. È un mondo molto diverso dal più recente passato quello in cui ci troviamo a navigare, un mondo fatto di grandi opportunità, un mondo che sa dare risposte immediate. Ma è anche un mondo pieno di insidie, di tranelli, di spazi aperti alla criminalità. Il rischio più forte, in molti ambiti, è quello di pensare che i nuovi strumenti aiutano a fare in modo nuovo le solite cose.
Ricordate Blockbuster? Una società creata nel 1985 per noleggiare videocassette che è arrivata in soli 15 anni a essere un colosso mondiale con 60mila dipendenti e 8mila in 25 paesi. Nel giro di pochi anni Blockbuster ha visto precipitare il proprio fatturato e nel 2010 ha dichiarato fallimento travolta dalle potenzialità di internet che hanno creato altre e più semplici strade per vedere un film a casa. Questa è una storia nota. Meno noto è che nel 2000 un certo Reed Hastings, dopo aver creato e brevettato il metodo di condivisione dei contenuti video che è poi diventato Netflix, offrì proprio a Blockbuster la possibilità di acquistare la sua azienda. Ma i dirigenti di allora, convinti di cavalcare un business di successo, declinarono l’offerta. E dieci anni dopo sono stati costretti a portare i libri in tribunale, mentre Netflix scalava rapidamente le classifiche e lo scorso anno ha fatturato 11,6 miliardi di dollari con un utile superiore ai 500 milioni.
È una storia raccontata da Beniamino Pagliaro nel libro Attenzione! (Ed. Hoepli, 2018) che inaugura la nuova collana “tracce” dedicata ai grandi cambiamenti nella nostra società. E quello dell’economia digitale costituisce sicuramente la più grande rivoluzione degli ultimi anni. Ma è una rivoluzione che può sfuggire di mano, che può farci ritrovare soli su di un’isola deserta se non riusciamo a coltivare la giusta coscienza critica nell’affrontare i nuovi paradigmi.
Non si tratta solo di conoscenza tecnologica, anche perché capire i segreti dei microprocessori e degli algoritmi resterà una regno riservato a pochi, ma si tratta soprattutto di distinguere e valorizzare il buono, il bello e l’utile. Le fake news trovano per esempio un terreno fertile nel web perché la verità è molto più complicata di una menzogna a cui basta uno slogan per fare presa sulle persone. Un richiamo all’attenzione quindi appare quindi particolarmente utile.
Fonte: Gianfranco FABI | IlSussidiario.net