In una piccola grotta del deserto del Sahara egiziano, ribattezzata come “Grotta dei Genitori”, nel 2005 è stata fatta una scoperta davvero singolare: sul soffitto gli archeologi hanno trovato un disegno realizzato in ocra rosso-bruno, probabilmente da tribù nomade di cacciatori e raccoglitori del Neolitico.
La pittura rupestre mostra tre figure umane: un uomo a destra, una donna a sinistra (identificabile per le mammelle laterali stilizzate e per la sinuosità delle forme) e al centro un bambino, posizionato poco più in alto rispetto ai genitori, probabilmente a rappresentare l’auspicio per una nascita o una gravidanza. Più lontani sono invece visibili due animali di difficile interpretazione: il primo, posto più in alto, ricorda i mitici ‘leoni acefali’ presenti in molte pitture rupestri della regione, mentre il secondo, in basso a destra, assomiglia a un babbuino o ad una scimmia antropomorfa. Sulla destra, infine, è visibile una piccola figura circolare che potrebbe rappresentare un astro all’orizzonte.
«Sono stato sorpreso dall’incredibile somiglianza con la Natività cristiana», ha raccontato il geologo Marco Morelli, direttore del Museo di Scienze Planetarie di Prato e autore della scoperta. Una “Natività” primitiva, risalente a circa 5.00 anni fa. E’ l’unica nel suo genere mai scoperta, non esistono rappresentazioni di scene simili «fino all’età paleocristiana».
E’ divertente leggervi una sorta di profezia del più grande evento che ha sconvolto la storia umana, l’umile nascita di quel Bambino nel primo secolo della nostra era. Ma, ancor di più è significativo riflettere su come, già 5mila anni fa, seppur probabilmente non esisteva l’attuale concetto culturale di “famiglia”, essa era comunque, naturalmente formata da un uomo e una donna, stabilmente uniti ai propri figli naturali, con netta distinzione dei ruoli maschili e femminili. Questo modello non è un’idea cattolica, ma si è naturalmente imposto come miglior garanzia sociale per l’umanità, travalicando mode, rivendicazioni psicologiche, monofamiglie, omofamiglie, poligamie, incesti, poliandrie e tutte le altre eccezioni partorite dalla fantasiosa mente umana.
Affermare che «la famiglia è davvero una sola», ha scritto il giovane sociologo Giuliano Guzzo, significa semplicemente constatare che «nonostante alcune variazioni, vi è un modello di società naturale fondato sul coniugio fra un uomo e una donna che riveste universalmente la funzione di stabilizzare e tutelare gli scambi fra di essi, determinando l’assolvimento di compiti comuni, primi fra tutti quelli legati alla procreazione e all’educazione dei figli. Di qui il senso più profondo dell’affermazione dell’unicità della famiglia, da intendersi non già quale ostinata resistenza al cambiamento bensì come premessa al bene comune» (G. Guzzo, La famiglia è una sola, Gondolin 2014, pp. 13, 21, 23).
Fonte: UCCRonline.it