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In Piazza San Pietro il presepe di sabbia che stupirà il mondo

 

Tutto è pronto per l’inaugurazione (la diretta alle 16.30) del Sand Nativity. I saluti delle due diocesi che hanno regalato la sabbia e l’abete

Inaugurato in Piazza San Pietro il Sand Nativity, la scultura di sabbia che quest’anno sostituirà il classico presepe, si svelerà al mondo. Si tratta di un trittico monumentale che al centro avrà la Sacra Famiglia e negli altri due scenari i pastori e i Re Magi. Ai lati del presepe, due cartelloni spiegano che “Questa Natività è stata realizzata interamente con la sabbia della spiaggia di Jesolo (Venezia), dove da 17 anni si costruisce il presepe di sabbia in nome della fede e della tradizione di tutti i cristiani del mondo”. Partendo da una piramide di sabbia jesolana originaria delle Dolomiti, mescolata con acqua e compattata con macchinari appositi in “casseri” di legno, il presepe si sviluppa su una superficie di circa 25 metri con un bassorilievo di 16 metri di lunghezza, 5 di altezza e 6 di profondità.

IL PAPA: PRESEPE E ALBERO, RIFLESSO DELLA LUCE DI DIO

Papa Francesco questa mattina ha ricevuto in udienza le delegazioni provenienti dal Friuli-Venezia Giulia e dal Veneto per il dono dell’albero di Natale e del Presepio. “Il presepio e l’albero, simboli affascinanti del Natale, possano portare nelle famiglie e nei luoghi di ritrovo un riflesso della luce e della tenerezza di Dio, per aiutare tutti a vivere la festa della nascita di Gesù. Contemplando il Dio Bambino che sprigiona luce nell’umiltà del presepe, possiamo diventare anche noi testimoni di umiltà, tenerezza e bontà”, ha detto nel suo saluto. (IL TESTO)

“L’albero e il presepio sono due segni che non finiscono mai di affascinarci – ha affermato il Pontefice -; ci parlano del Natale e ci aiutano a contemplare il mistero di Dio fattosi uomo per essere vicino a ciascuno di noi. L’albero di Natale con le sue luci ci ricorda che Gesù è la luce del mondo, è la luce dell’anima che scaccia le tenebre delle inimicizie e fa spazio al perdono. L’abete rosso che quest’anno è collocato in Piazza San Pietro, proveniente dalla foresta del Cansiglio, ci suggerisce un’ulteriore riflessione. Esso, con la sua altezza di oltre venti metri, simboleggia Dio che con la nascita del suo Figlio Gesù si è abbassato fino all’uomo per innalzarlo a sé ed elevarlo dalle nebbie dell’egoismo e del peccato. Il Figlio di Dio assume la condizione umana per attirarla a sé e farla diventare partecipe della sua natura divina e incorruttibile”.

Il presepio, posto al centro della Piazza, è realizzato con la sabbia jesolana, originaria delle Dolomiti. La sabbia, ha sottolineato Francesco, “materiale povero, richiama la semplicità, la piccolezza con cui Dio si è mostrato con la nascita di Gesù nella precarietà di Betlemme. Ci potrebbe sembrare che questa piccolezza sia in contraddizione con la divinità, tant’è vero che qualcuno, fin dall’inizio, l’ha considerata solo un’apparenza, un rivestimento. Invece no, perché la piccolezza è libertà. Chi è piccolo – in senso evangelico – non solo è leggero, ma anche libero da ogni smania di apparire e da ogni pretesa di successo; come i bambini che si esprimono e si muovono con spontaneità. Tutti noi siamo chiamati a essere liberi davanti a Dio, ad avere la libertà di un bambino davanti a suo padre. Il Bambino Gesù, Figlio di Dio e nostro Salvatore, che deponiamo nel presepe, è Santo in povertà, piccolezza, semplicità, umiltà”, ha concluso Francesco.

IL SALUTO DEI PASTORI DI VENEZIA E CONCORDIA-PORDENONE

Il patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia, nel suo indirizzo di saluto a papa Francesco ha tra l’altro detto che “Il presepe è al centro anche di polemiche che faccio fatica a capire. È un segno che unisce gli uomini e li fa sentire fratelli di un unico Padre”.

Da parte sua, il vescovo di Concordia-Pordenone, monsignor Giuseppe Pellegrini, ha ricordato i recenti danni causati dal maltempo che ha colpito i territori montani, le vittime che ci sono state, e ha chiesto per questo una preghiera al Pontefice.

Fonte: Avvenire.it

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