Importanza della figura paterna. Lo psicoanalista francese Jean-Pierre Winter si occupa da anni delle conseguenze della sua assenza per i bambini, così come avviene nelle coppie composte da due donne. Il suo nuovo libro si chiama “L’avenir du père”, ecco alcuni estratti.
Sei delle sette sparatorie più letali nelle scuole statunitensi tra il 2005 e il 2015 sono state compiute da giovani cresciuti in case in cui il padre non c’era. Secondo Real Women of Canada, a provenire da nuclei famigliari privi della figura paterna sono l’85% dei giovani in carcere, il 63% dei giovani suicidi, il 71% delle adolescenti incinte e il 90% dei fuggitivi o degli adolescenti senzatetto (The Curse of Fatherlessness). Un grande esperto di Medio Oriente, Gilles Kepel, ha parlato con numerosi giovani terroristi jihadisti incarcerati, trovando un unico punto in comune: l’assenza del padre.
E’ di questo che si occupa Jean-Pierre Winter, affermato psicoanalista francese, esperto di psicopatologia del bambino e fondatore e attuale presidente del Mouvement du coût freudien. Intervenne, come tanti suoi colleghi, in occasione del dibattito francese sulla legalizzazione del matrimonio egualitario, opponendosi alla dissociazione della parola “genitori” da quella di “padre” e “madre”. Il suo pensiero è stato ribadito nella sua ultima opera, intitolata L’avenir du père (Il futuro del padre), con il quale ha sottolineato l’importanza insostituibile della figura paterna e le conseguenze della sua progressiva scomparsa. Proponiamo qui alcuni estratti.
Adozioni gay, servono anni perché si manifestino i danni.
«Come specialista nell’infanzia», ha scritto Winter, «ho affrontato per 40 anni il danno causato dalla progressiva scomparsa della figura paterna. Servono alcuni anni per rendersi conto della manifestazione di questi danni, specialmente nell’adolescenza, perché è l’età in cui ritorna tutto ciò che è stato metabolizzato male nella prima infanzia e produce sintomi». Lo psicoanalista freudiano si riferisce ad alcuni studi che –al contrario di tanti altri– indicano come i bambini “senza padre” stanno crescendo bene esattamente come gli altri, «ma questi studi non indicano mai l’età dei bambini studiati», ha avvertito. «In un bambino può sembrare che tutto vada bene fino all’età di 5-6 anni, anche fino a 12-13 anni, ma improvvisamente c’è uno sconvolgimento. Perché? Perché lasciando l’infanzia alle spalle affiorano elementi della loro vita precedente che sono stati repressi, censurati o inibiti. Così, questo bambino “che stava bene” inizia a non andare più bene, anzi va peggio degli altri bambini di età simile».
Crescere con genitori del sesso opposto è totalmente diverso.
Come tanti altri suoi colleghi, anche il dott. Jean-Pierre Winter ha sottolineato che «non è uguale a zero essere nati da due persone diverse per natura, un uomo e una donna, anche se hanno molto in comune, nascere seguendo una legge della natura che non possiamo respingere, relazionarsi dall’inizio con un corpo e una voce di uomo ed un corpo e una voce di donna. I loro modi di toccarci, di prenderci, di nutrirci, di sorridere non sono la stessa cosa. Fin dall’inizio affronteremo questa differenza di ruoli e di sessi e saremo in grado di gestirla. Ad esempio, sapremo dalle sensazioni del corpo che esiste un altro tipo di relazione, diversa dalla relazione di controllo e dominio, che è la relazione originale con la madre».
Le Famiglie Arcobaleno solitamente replicano che i bambini cresciuti con due donne si relazionano comunque con i nonni, gli amici o gli zii. Ma «relazionarsi con l’altro sesso in modo occasionale ed esterno», ha replicato lo psicoanalista francese, «non ha affatto gli stessi benefici dell’essere sempre in contatto con le loro differenze. Per gli psicoanalisti, le ripercussioni delle adozioni a persone dello stesso sesso sono misurate in più di una generazione. Vorrei che le conseguenze siano misurate prima di dare loro, per legge, un posto equivalente a quello delle famiglie naturali. Forse sarebbe il momento di ricordare il principio di precauzione».
Avere due mamme per legge uccide simbolicamente la figura paterna.
Una legge che sancisce la legittimità di un’adozione a due donne, «agisce anche direttamente a livello simbolico, non sopprime un essere, ma un luogo». «Tutti quelli che avrebbero potuto occupare quel luogo sono squalificati in anticipo, resi superflui e, con loro, tutti coloro che hanno occupato questo posto nel passato. In altre parole, il padre è morto prematuramente». Ed invece, «l’ambivalenza del padre nei confronti del figlio e del figlio nei confronti del padre è fondamentale perché possono capirsi e confrontarsi». Al contrario, il padre diventa “facoltativo”, «estendendo la non necessità del padre all’intera società. Così un bambino insoddisfatto potrebbe dire a suo padre: “Scusa, ma non abbiamo bisogno di te, qui sei solo tollerato”».
La differenza tra sessi è un dato di fatto, non un costrutto sociale.
C’è poi un altro problema che sta prendendo progressivamente piede, ovvero la tesi artificiale secondo cui la differenza tra i sessi non sarebbe altro che un costrutto sociale e personale. C’è un fondo di verità, ha scritto Jean-Pierre Winter, «nelle differenze tra uomini e donne vi sono effettivamente fattori che risalgono a costruzioni storiche, geografiche, ecc. Ma lo stesso si potrebbe dire della morte: in ogni percezione della morte, c’è una parte dell’immaginario personale e un’altra parte delle situazioni sociali. Gestiamo diversamente il soggetto morte in base al luogo e al tempo, ma, nonostante ciò, la morte è ancora la morte, qualcosa di reale. La stessa cosa accade con la differenza dei sessi, è un dato di fatto come la differenza tra la vita e la morte. Un uomo e una donna possono essere simili tra loro, ma ciò non significa che siano intercambiabili».
Fonte: UccrOnline.it