Anche i giovani spezzini hanno vissuto in comunione con i giovani di tutto il mondo la Giornata Mondiale della Gioventù di Panama. Dopo aver seguito nella notte, dall’oratorio dei Salesiani, la veglia di preghiera con il Papa, domenica mattina hanno partecipato alla Santa Messa celebrata dal vescovo Luigi Ernesto Palletti nella chiesa di N.S. della Neve.
Rivolgendosi ai giovani e commentando le letture del giorno, il vescovo ha sottolineato che, attraverso la Scrittura, «è Gesù che parla al nostro cuore». É un messaggio, ma sempre anche una presenza, come Gesù stesso aveva promesso: “Io sono con voi fino alla fine dei giorni”.
«Nel primo momento della Messa, il Signore ci viene incontro con la Sua parola». Il brano del profeta Neemia ci mostra «il popolo di Dio che riscopre la bellezza della parola. Viene convocato il popolo, proclamata la Parola. Il popolo si mette a piangere». Così dovrebbe accadere, se «a Parola tocca le nostre esigenze, ferite, domande, a cui tutti tentiamo di dare risposte, spesso senza riuscirci. «E’ bello che la Parola, se accolta, non ti lascia come ti ha trovato. E colui che ci sta parlando è presente».
L’evangelista Luca, di questa Parola, si vuole fare testimone autorevole. “Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola, così ho deciso anch’io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi “ (Lc 1, 1-3). «Non siamo discepoli di una filosofia», commenta Palletti. «Non diciamo quello che a tavolino abbiamo pensato sia Dio. Noi siamo figli di un evento storico, che tocca la fede, ma riguarda un uomo che è stato concepito, è nato, ha insegnato, compiuto miracoli, radunato discepoli, è morto, risorto, apparso dopo la morte».
«Questa è la radice della nostra fede. Luca vuole dare certezza e fondamento ancora maggiori a quanto si stava già credendo. Noi siamo discepoli di una evento storico accaduto, discepoli di una persona che ha qualcosa da dirci, che si dona per noi, muore per noi. È il figlio di Dio, quel Dio che non si era riuscito a raggiungere con l’elucubrazione umana». E neanche la rivelazione dell’Antico Testamento lo aveva reso del tutto comprensibile. «Noi, oggi, non ci lasciamo affascinare. “Chi è costui che perdona i peccati, fa i miracoli? Non è il figlio di Maria e Giuseppe?”, si chiedevano i suoi contemporanei. Essere affascinati da Gesù. Legge Isaia, come facevano anche gli altri. Ma aggiunge: “oggi si è compiuta questa scrittura” (Lc, 4, 21). In Gesù il Padre concilia il progetto di Dio con la nostra storia concreta. In Lui si compie l’incontro tra la grandezza di Dio e la nostra umanità. Nella sua lettera, l’apostolo Giovanni dice che Dio è amore, misericordia. Ci interpella a riprendere in mano la Parola. Ad ascoltare, non solo leggere. Comprendere che c’è qualcuno che ci sta parlando. Come dicono i discepoli di Emmaus: “Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi, quando ci spiegava le Scritture?”(Lc 24, 32)».
«Da presenza misteriosa che ci parla, Gesù si fa anche presenza misteriosa che ci nutre, che scende alla comunione con noi. Sentirsi, chiamati e inviati. Siamo diversi, ma in comunione, allora la diversità diventa complementarietà, ricchezza. Lasciamo che la Parola ci faccia capire quanto é bello essere amati da Dio. Nessuno riesce a capirlo finché non trova il coraggio di annunciarlo. Abbiamo le nostre contraddizioni, e dubbi. Ma forse la luce del vangelo non può rischiarare anche questi? “Andate e annunciate a tutte le nazioni”. Quello che ancora manca è la mia testimonianza, il mio “sì”, il mio “ecco io vengo”. “Parla Signore, il tuo servo ti ascolta”. Bisogna riscoprire la dimensione del vivere come vocazione, come risposta alla propria vocazione».
Giovedì 31 sarà la festa di Don Bosco. La parrocchia salesiana della Neve la celebrerà anche con il pontificale del vescovo alle 18.30. La festa sarà preparata da un triduo, ogni sera alle 21 in chiesa, mentre domenica, dopo la celebrazione eucaristica, ci saranno giochi in cortile e pranzo insieme.