Un video cliccatissimo su Facebook ripropone i classici stereotipi sulla scuola. Ma in Finlandia gli istituti privati ci sono e sono anche finanziati dallo Stato. Le scuole pubbliche invece godono di ampia autonomia
Siamo ormai in dirittura di arrivo per le iscrizioni al prossimo anno scolastico, dopo una affannosa fase di ricerca, per i genitori, della “scuola migliore” per i propri figli. Già, qual è la scuola migliore? Ovviamente, per rispondere a una simile domanda non si dovrebbe prescindere dalle caratteristiche e dalle aspettative della persona che deve frequentarla, però prima di tentare almeno una risposta di carattere generale, bisognerebbe chiedersi cosa vuol dire che una scuola è “buona” (migliore è solo il superlativo assoluto di buona…).
«NON ESISTONO SCUOLE PRIVATE»
Appurato che una scuola buona non coincide proprio con la “Buona Scuola” di renziana memoria, sono andato a cercare nei forum sul web per capire cosa ne pensano le famiglie, e mi sono imbattuto in un video che sta girando in rete su Facebook (la notizia poi circola da mesi). Si tratta di una sequenza di slide commentate – con oltre un milione e duecentomila visualizzazioni – che esalta il sistema scolastico finlandese, presentando le otto peculiarità che vorrebbero spiegarne il successo ottenuto nelle misurazioni internazionali. Quelle misurazioni che – ahimè – collocano l’Italia in posizioni davvero poco confortanti…
Questi gli otto punti in sintesi:
1) Non esistono scuole private, tutto il sistema è pubblico e non ci sono scuole di serie A o B
2) L’insegnamento è una delle professioni che gode di maggior rispetto, ben retribuita e altamente specializzata
3) La ricerca didattica è altamente avanzata
4) Non si ha paura di sperimentare cose nuove e di abolire ciò che non funziona
5) Si dà ampio spazio al gioco: ogni 45 minuti di lezione, 15 di gioco
6) Si fa molto lavoro a scuola e poco compito a casa, per lasciare spazio alla famiglia
7) Fino a 13 anni niente voti e, anche dopo, mai giudizi negativi ma solo stimolanti
8) Tutti alla scuola materna fino a 7 anni
LE FAKE NEWS DI TUTTOSCUOLA
È questa la “buona scuola”? Le misurazioni internazionali dicono di sì, ma il dubbio se ciò sia dovuto davvero agli otto punti presentati nel video è molto forte. Quello che rende efficace il funzionamento del sistema scolastico finlandese è probabilmente il background storico, culturale e sociale su cui si fonda la vita delle persone e delle comunità, più che le sue particolari caratteristiche, alcune delle quali potrebbero essere anche discutibili.
Stiamo parlando, infatti, di un paese con poco più di 5 milioni e mezzo di abitanti e una densità di popolazione pari a 18 abitanti per Kmq, la più bassa di tutta l’Unione Europea; già questo basterebbe a spiegare le enormi e probabilmente incolmabili diversità col nostro sistema sociale e di istruzione, senza con ciò voler giustificare le evidenti carenze italiane. In ogni caso, colpisce che proprio in apertura, al primo punto e ben enfatizzato, sia precisato che non esistono scuole private, quasi a voler identificare subito la radice di tutti i possibili mali per qualsiasi sistema di istruzione. È evidentemente un tipo di argomentazione che in Italia trova terreno fertile, e infatti è stato ripreso con passione in una serie di articoli pubblicati da Tuttoscuola da tal Marco Braghero.
COSTO STANDARD
È necessario allora precisare che anche in Finlandia ci sono scuole private. Poche, ma ci sono, e prova ne è la presenza della “Association of private schools in Finland”, del cui segretario generale possiamo – se richiesto – fornire nome e cognome. Del resto, basterebbe andare a leggersi il Rapporto di Eurydice sui sistemi educativi europei per averne conferma: «L’istruzione privata è abbastanza rara in Finlandia poiché meno del 3% delle scuole di base era privato nel 2017». Non solo esistono, dunque, ma godono dei medesimi finanziamenti delle cosiddette scuole “pubbliche”: «I finanziamenti per l’istruzione privata sono determinati secondo gli stessi criteri dell’istruzione pubblica». Addirittura, la quota di finanziamento è stabilita secondo un criterio che potremmo chiamare “costo standard”. Sì, proprio quello di cui in Italia tanto si parla ma su cui i detrattori della odiata scuola “privata” nulla vogliono fare: «La base per il finanziamento statale è il prezzo unitario medio per studente per ciascun livello di istruzione. I prezzi unitari sono formulati da una certa formula matematica e vengono elaborati regolarmente sulla base delle spese reali».
C’È UN PO’ DI FINLANDIA IN ITALIA GRAZIE ALLE PARITARIE
E in ultimo, ciliegina sulla torta, le scuole “pubbliche” a dirla tutta non sono statali ma municipali e godono di una grande e reale autonomia! Questo spiega abbondantemente come e perché siano possibili alcuni degli otto punti presentati nel video. Proviamo, con il centralismo burocratico e ministeriale di cui soffrono le scuole italiane, a introdurle da noi. Alla fine, a ben guardare, il modello finlandese ci dice esattamente il contrario di quello che il video (e certi organi di stampa) vorrebbero farci credere. E infatti, un po’ di Finlandia esiste anche nel nostro Paese, e si trova proprio nelle scuole paritarie di eccellenza. Le scuole buone – poche, perché discriminate e tenute in una riserva indiana – esistono anche da noi!
Autonomia gestionale e di scelta del corpo docente, parità economica, libertà di scelta per le famiglie, possibilità di innovazione didattica e di sperimentazione: forse, a conti fatti e con molto realismo, sono proprio queste le cose più utili e più realizzabili che, in un contesto così diverso come il nostro, dovremmo importare dagli amici finlandesi per risalire nelle graduatorie internazionali e offrire a tutti una “buona scuola”.
Fonte: Tempi.it