Online il video: “We killed the music”. L’esperto: “Proposti ai minori modelli sbagliati”
Rape me” è una delle canzoni più note dei Nirvana, gruppo portabandiere (in coabitazione con i Pearl Jam) del filone di Seattle del grunge, genere musicale che spopolò a inizio anni 90. Ma il ritmo coinvolgente di un rock sporco – che invita a fare su e giù con la testa, battendo i piedi a ritmo, e a lanciarsi spalla contro spalla con il vicino sconosciuto col quale si ascolta la perfomance – non cancella il significato del ritornello: letteralmente “stuprami, stuprami, amico mio, non sono l’unica”.
Il problema
Un testo crudo, poco adatto a un pubblico adolescenziale. Ne sa qualcosa il rapper Fedez, che durante una delle ultime edizioni di XFactor ne assegnò l’esecuzione al giovanissimo duo campano Urban Strangers. Troppo piccoli, dissero a mo’ di rimprovero gli altri giudici, per affrontare un tema drammatico come quello della violenza sessuale, oltretutto raccontata in prima persona. Ma il problema degli argomenti borderline trattati nei testi musicali travalica i confini del grunge e del rock, riguardando, oggi come non mai, soprattutto la musica pop, la più seguita dalle nuove generazioni. Se ne parla in video postato su Youtube e portato all’attenzione di In Terris. Il titolo è emblematico: “We killed the music“, “Abbiamo ucciso la musica”. L’autore, un cantante indipendente, rivolge un accorato appello ai genitori, affinché esercitino un maggiore controllo nei confronti dei contenuti visionati dai figli sul web. La voracità delle case discografiche ha, infatti, commercializzato, rendendola potenzialmente appetibile, la trasgressione come stile di vita.
Il video-appello
Trasgressione
Le immagini – sempre più preponderanti in ambito musicale – fanno il resto. Silhouette seminude che si muovono – agevolando l’oggettificazione del corpo femminile – frequenti richiami al sesso, alla droga e al denaro. Il tutto, denuncia la clip, senza alcun parental control o avviso che sconsigli la visione a un pubblico non adulto. Anzi, spiega ancora l’autore, spesso è la stessa piattaforma web (Youtube o altri) a inserire un particolare video fra i suggerimenti all’utente. Il risultato? Una colossale sovraesposizione di messaggi sbagliati. I numeri sono lì a dimostrarlo: una delle clip più sessualmente esplicita (“Can’t remember” di Shakira e Rihanna) ha raggiunto oltre 937 milioni di visualizzazioni, quasi un sesto della popolazione mondiale. E parliamo solo di un caso.
Decadenza
Il tema si ricollega a quello del “generale decadimento del pop“, sottolinea Maurizio Cherubini, proprietario dell’omonimo atelier musicale e insegnante presso la Scuola Pontificia Pio IX. “Sulla scia del video-appello più di qualcuno si è mosso, svolgendo ricerche sulla qualità della musica ascoltata dai nostri ragazzi, con risultati molto interessanti riguardo la decadenza del pop” dice a In Terris. Al tema Cherubini ha dedicato delle lezioni prima del Festival di Sanremo. “Tecnicamente, per valutare una canzone, dobbiamo basarci su tre elementi – spiega – il suono, la qualità armonica e la potenza in termini di decibel”. Sotto il primo aspetto “negli ultimi decenni si è registrato un impoverimento terrificante”. Lontani sono i tempi in cui i Beatles “entrarono in sala d’incisione con 45 professori d’orchestra allo scopo di ottenere un determinato suono grazie all’ausilio di strumenti veri”. Al giorno d’oggi, invece, “ci sono produzioni in cui una sola persona con una drum machine, con un arranger, fa tutto. I risultati sono evidenti…”. Quanto all’armonia “nessuno prova più cose nuove: le produzioni costano e i flop rischiano di far perdere quanto si è investito. Per cui le case discografiche preferiscono andare sul sicuro, scegliendo formule vincenti, basate sulla ripetizione degli stessi accordi”. Sul fronte della potenza, infine, il parametro preso in considerazione è quello degli “stacchi pubblicitari, che hanno un numero di decibel superiore rispetto al resto della programmazione”. Ecco, ogni produzione cerca di aumentare la potenza dei propri pezzi “comprimendo la traccia registrata sino al limite della distorsione. Ciò fa perdere di vista i dettagli. Diventa più un rumore che una musica vera e propria”. A ciò va aggiunto che “l’80/90% delle produzioni in lingua inglese sono realizzate da due persone, sia pur con diversi pseudonimi. La mano che scrive, insomma, è quasi sempre la stessa”. Una decadenza, secondo Cherubini, emersa anche durante l’ultimo Festival di Sanremo, che ha fatto emergere “la realtà sconcertante di quello che ascoltano i nostri ragazzi, lo dimostrano le canzoni più votate da casa, molto lontane dagli standard di qualità“.
Messaggi pericolosi
C’è poi l’aspetto dei modelli negativi trasmessi, che rappresenta il cuore del video-appello. Proprio durante la kermesse ligure è scoppiata la polemica per il brano di Achille Lauro “Rolls Royce“, che secondo “Striscia la Notizia” sarebbe un altro modo per definire l’ecstasy. Il rapper ha smentito, dicendosi contrario alle droghe. Ma la querelle ha comunque sollevato la questione dei messaggi (subliminali e non) che promanano da alcune canzoni. “Vediamo questi giovani poco più che adolescenti – osserva Cherubini – completamente tatuati e con valori molto bassi che cantano di droga, alcol e sesso, trasformarsi in un modello per i nostri figli”. E dunque diventa centrale il ruolo degli educatori, sia pur tra mille difficoltà. “I giovani hanno bisogno di qualcosa in cui indentificarsi – racconta – ai loro occhi sei una specie di dinosauro e anche quando dici qualcosa che sai essere giusta rischi di non essere accettato”. La sfida è, dunque, quella di “prenderli per mano, facendogli svolgere le giuste considerazioni nella valutazione dei singoli brani“. Un processo lungo, nel quale il successo non è assicurato. “Una volta – prosegue – ho fatto un esperimento in classe, ho detto: ‘Immaginate di non essere a scuola e scrivete cosa vorreste ascoltare in questo momento‘. Le proposte qualitative sono state davvero poche. La maggior parte seguiva la massa”. Del resto, conclude amaro, “se l’offerta è questa, cosa ti vuoi aspettare…”.
Nel rapporto con gli adolescenti le sanzioni distaccate non bastano. «Siamo chiamati a credere nella scintilla di bellezza che c’è nell’altro». E sostenerla. A colloquio con il docente e scrittore sul volantino di CL “Il male e l’amore che salva” «Una lettura profonda della realtà giovanile che, pur non nascondendo i problemi, ha uno sguardo…
Prima la rivoluzione tecnologica era condotta dalla controcultura della “Bit generation” californiana, poi dalla Seattle di Gates. E ora? Lo spiega Paolo Benanti in “Il crollo di Babele” Che fare dopo la fine del sogno di internet? È l’interrogativo, che fa da sottotitolo e punto di partenza al nuovo saggio di fra Paolo Benanti, Il…
“Cerchiamo con il desiderio di trovare, e troviamo con il desiderio di cercare ancora. Cercando te, mio Dio, io cerco la felicità della vita” Sant’Agostino. Con questo pensiero di un grande Padre della Chiesa si apre il nuovo libro del card. Robert Sarah, “Dio esiste?”, pubblicato da Cantagalli. E’ lo stesso editore che, in una…
Un sito australiano ha stilato una classifica per capire il posto migliore dove crescere figli piccoli. Tra i nostri capoluoghi svetta Milano, ma è solo 35esima. Al quart’ultimo posto Napoli. Esiste un elenco delle migliori città europee dove una giovane famiglia dovrebbe andare a vivere. Ma esiste anche un elenco delle peggiori. Nel primo elenco…
L’edizione autunnale della rassegna letteraria I Libri, la Città, il Mondo. Conversazioni d’Autore in Fondazione Carispezia, curata da Benedetta Marietti, si conclude giovedì 21 novembre alle ore 18.00 con il quinto appuntamento in programma che vedrà la psicologa e psicoterapeuta Loredana Cirillo presentare il suo ultimo libro Soffrire di adolescenza. Il dolore muto di una…
Telefono Azzurro presenta il “Dossier Abuso 2024”: 90 milioni di ragazzi nel mondo hanno subito violenza sessuale, e aumentano i genitori che mettono a rischio i figli pubblicando sul web contenuti che li riguardano. In 21 anni si è avuta, a livello mondiale, un’evoluzione delle tipologie e modalità di violenze su bambini e adolescenti sempre…
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.